Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio, sezione staccata di Latina, ha emesso una sentenza che scuote il settore del gioco del Bingo nella provincia di Frosinone. Il tribunale ha respinto la richiesta cautelare presentata da un soggetto che aspirava a rappresentare il titolare di una licenza per l'esercizio del gioco del Bingo. La decisione del TAR è stata motivata dal diniego dell'autorizzazione da parte della Questura di Frosinone, basandosi sull'articolo 8 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS).
Il provvedimento impugnato, notificato a metà ottobre 2025, ha immediatamente sollevato questioni legali e amministrative. Durante la camera di consiglio del 3 dicembre 2025, il collegio del TAR ha esaminato attentamente il caso, giungendo alla conclusione che non sussistevano i presupposti per sospendere gli effetti del provvedimento contestato. La Questura aveva motivato il suo rifiuto richiamando un rinvio a giudizio a carico del soggetto richiedente la rappresentanza, un rinvio relativo a gravi accuse di sfruttamento, induzione e reclutamento della prostituzione. Inoltre, la Questura aveva evidenziato numerosi controlli effettuati in presenza del soggetto richiedente, spesso in compagnia di individui con precedenti penali.
Il TAR ha sottolineato che l'articolo 8, comma 2, del TULPS stabilisce chiaramente che il rappresentante deve possedere tutti i requisiti necessari per ottenere l'autorizzazione e l'approvazione da parte dell'Autorità di pubblica sicurezza. In altre parole, non è sufficiente essere designati dal titolare della licenza; è imperativo dimostrare di possedere una condotta irreprensibile e di non rappresentare un rischio per l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Alla luce degli elementi presentati dalla Questura, il giudice amministrativo ha ritenuto pienamente giustificata la valutazione negativa sulla sussistenza del requisito della buona condotta, come previsto dall'articolo 11 del medesimo Testo Unico.
La sentenza del TAR non solo respinge la domanda cautelare del ricorrente, ma lo condanna anche al pagamento delle spese legali relative alla fase processuale, quantificate in 1.000 euro. Questa decisione rappresenta un importante precedente nel settore del gioco d'azzardo, in quanto ribadisce l'importanza dei controlli di moralità e di affidabilità dei soggetti coinvolti nella gestione e nella rappresentanza delle attività di gioco. La sentenza sottolinea, inoltre, il ruolo fondamentale delle autorità di pubblica sicurezza nel garantire la legalità e la trasparenza nel settore, prevenendo infiltrazioni criminali e tutelando gli interessi dei giocatori e della collettività.
La vicenda di Frosinone si inserisce in un contesto più ampio di attenzione e di controllo da parte delle autorità nei confronti del settore del gioco d'azzardo. Negli ultimi anni, sono state numerose le operazioni di polizia e le inchieste giudiziarie che hanno portato alla luce attività illecite e collegamenti con la criminalità organizzata nel settore. Di conseguenza, le normative sono state inasprite e i controlli sono stati intensificati, al fine di garantire una maggiore trasparenza e una maggiore sicurezza per i giocatori. La sentenza del TAR del Lazio rappresenta un ulteriore passo in avanti in questa direzione, confermando la necessità di una rigorosa verifica dei requisiti di moralità e di professionalità dei soggetti coinvolti nel settore del gioco d'azzardo.
In conclusione, la decisione del TAR del Lazio di respingere il ricorso contro il diniego di autorizzazione a rappresentare il titolare di una licenza per l'esercizio del gioco del Bingo a Frosinone, rappresenta un importante segnale di attenzione e di rigore da parte delle autorità nei confronti del settore del gioco d'azzardo. La sentenza ribadisce l'importanza dei controlli di moralità e di affidabilità dei soggetti coinvolti, al fine di garantire la legalità, la trasparenza e la sicurezza nel settore, prevenendo infiltrazioni criminali e tutelando gli interessi dei giocatori e della collettività.
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