Prima di procedere
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l'Emilia-Romagna ha emesso un'ordinanza che sospende l'efficacia di un provvedimento del Comune di Riccione (RN) che limitava l'uso delle AWP (Apparecchi da Divertimento e Intrattenimento) all'interno di una sala giochi. La decisione, che accoglie il ricorso presentato dai gestori della sala, rappresenta un importante punto di svolta in una controversia legata al rispetto delle distanze minime dai cosiddetti "luoghi sensibili", come scuole, ospedali e luoghi di culto, previste dalle normative locali per la prevenzione della ludopatia.
La vicenda trae origine dal rilascio di una licenza ex art. 86 TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) per il subingresso nell'attività di gestione della sala giochi. Il Comune di Riccione aveva subordinato il rilascio della licenza alla condizione che gli apparecchi AWP non potessero essere installati, in quanto la sala giochi si trovava a una distanza inferiore ai 500 metri dai luoghi sensibili individuati dalla normativa comunale. I gestori della sala giochi hanno contestato tale prescrizione, ritenendola illegittima e lesiva dei loro interessi economici. Nel ricorso presentato al TAR, hanno impugnato anche l'avvio (poi archiviato) di un procedimento di revoca della licenza e le delibere comunali che disciplinano la mappatura del territorio e il regolamento per la prevenzione delle patologie correlate al gioco lecito.
Il TAR Emilia-Romagna, nel valutare la richiesta di sospensiva presentata dai ricorrenti, ha ritenuto sussistente il requisito del periculum in mora, ovvero il rischio di un danno grave e irreparabile per i gestori della sala giochi. Secondo il Tribunale, l'impossibilità di utilizzare gli apparecchi AWP avrebbe potuto comportare la chiusura immediata dell'attività, con conseguenti perdite economiche difficilmente recuperabili. Inoltre, il TAR ha ravvisato la sussistenza del fumus boni iuris, ovvero la ragionevole probabilità che il ricorso sia fondato nel merito. I giudici amministrativi hanno ritenuto necessario un approfondimento delle censure sollevate dai ricorrenti e hanno considerato opportuno mantenere invariata la situazione esistente fino all'udienza pubblica, fissata per l'11 marzo 2026.
Con l'ordinanza di sospensiva, il TAR ha di fatto bloccato l'efficacia del provvedimento comunale nella parte in cui limitava l'uso delle AWP nella sala giochi di Riccione. Le spese legali della fase cautelare sono state compensate tra le parti. La decisione del TAR rappresenta un importante precedente per il settore del gioco lecito in Italia, spesso oggetto di restrizioni e limitazioni da parte delle amministrazioni locali. Il contenzioso sulle distanze minime dai luoghi sensibili è particolarmente sentito, in quanto le normative regionali e comunali spesso si sovrappongono e creano incertezza interpretativa. L'ordinanza del TAR Emilia-Romagna evidenzia la necessità di un quadro normativo più chiaro e uniforme a livello nazionale, che tenga conto delle esigenze degli operatori del settore e delle finalità di tutela della salute pubblica.
La vicenda di Riccione si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sul futuro del settore dei giochi in Italia. Il governo sta lavorando a una riforma complessiva del settore, con l'obiettivo di contrastare il gioco illegale, tutelare i consumatori e garantire entrate erariali adeguate. Tra le misure in discussione, vi sono la revisione della tassazione, la riorganizzazione della rete di raccolta e la definizione di standard di qualità per l'offerta di gioco. La decisione del TAR Emilia-Romagna potrebbe avere un impatto significativo sulle scelte del legislatore e sull'orientamento delle politiche pubbliche in materia di gioco lecito. Resta da vedere se la vicenda avrà ulteriori sviluppi e come si concluderà il giudizio di merito.
