Prima di procedere
La battaglia legale di un titolare di una sala giochi di Novara, multato per oltre 78.000 euro a causa della sua vicinanza a luoghi considerati 'sensibili', è giunta fino alla Corte di Cassazione. La vicenda, iniziata nel 2021, ruota attorno alla contestazione di una sanzione pecuniaria comminata per la violazione delle distanze minime, all'epoca fissate a 500 metri dalla normativa regionale piemontese, tra la sala giochi e determinati siti sensibili.
La sala in questione, dotata di 17 slot machine e 22 VLT (Video Lottery Terminal), si trovava in una posizione che, secondo la legge allora vigente, non rispettava i parametri di distanza stabiliti. Tuttavia, la situazione ha subito una svolta inaspettata pochi giorni dopo l'emissione del verbale. Una nuova legge regionale è entrata in vigore, modificando sostanzialmente le regole del gioco. La distanza minima è stata ridotta a 400 metri e, soprattutto, l'elenco dei luoghi sensibili è stato drasticamente ridimensionato, escludendo categorie come scuole primarie e medie, chiese, oratori, impianti sportivi e stazioni.
Con le nuove disposizioni, la sala giochi si sarebbe trovata perfettamente in regola. Forte di questa evoluzione normativa, l'esercente ha immediatamente presentato un ricorso al Tribunale civile di Novara, chiedendo l'applicazione retroattiva della norma più favorevole. L'argomentazione del titolare si basava sul principio del favor rei, secondo il quale, in caso di successione di leggi, si applica la norma più vantaggiosa per il soggetto sanzionato, a meno che non vi siano specifiche disposizioni contrarie.
Nonostante le argomentazioni presentate, sia il Tribunale di Novara in primo grado che la Corte d'Appello di Torino hanno respinto la richiesta di applicazione retroattiva della legge regionale. I giudici hanno ritenuto che la sanzione fosse legittima, in quanto basata sulla normativa vigente al momento della commissione della presunta violazione. Questa decisione ha spinto l'esercente a rivolgersi alla Suprema Corte di Cassazione, nel tentativo di ottenere l'annullamento definitivo della sanzione.
Il ricorso in Cassazione rappresenta l'ultimo atto di una lunga battaglia legale. La decisione della Suprema Corte avrà un impatto significativo non solo per il titolare della sala giochi di Novara, ma anche per tutti gli operatori del settore che si trovano in situazioni simili. La questione della retroattività delle leggi più favorevoli è un tema complesso e dibattuto, che spesso divide la giurisprudenza e crea incertezza nel mondo delle imprese. L'esito del ricorso potrebbe fornire importanti chiarimenti interpretativi e stabilire un precedente rilevante per il futuro.
Al di là degli aspetti giuridici, la vicenda solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra lo Stato e il gioco d'azzardo. Da un lato, vi è la necessità di tutelare la salute pubblica e di prevenire fenomeni di dipendenza. Dall'altro, vi è l'esigenza di garantire la libertà d'impresa e di non penalizzare eccessivamente un settore che, pur con le sue criticità, rappresenta una fonte di entrate significativa per l'erario. Trovare un equilibrio tra queste esigenze è una sfida complessa, che richiede un approccio pragmatico e una visione lungimirante.
