Si è conclusa con una sentenza di assoluzione la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il titolare di un bar di Modica, in provincia di Ragusa, precedentemente accusato di raccolta illecita di giochi e scommesse. Il Tribunale di Ragusa ha stabilito che l’imputato non ha commesso il fatto contestato, ponendo fine a un procedimento legale durato ben sei anni. La sentenza ha scagionato l'esercente da ogni accusa.
L’indagine che ha portato all'apertura del caso risaliva al novembre 2019, quando la Guardia di Finanza, durante un controllo di routine presso l'esercizio commerciale, aveva individuato il fratello del titolare intento a effettuare scommesse online attraverso un computer personale. Secondo quanto emerso, il dispositivo era ad uso esclusivamente privato. Nonostante l’apparente estraneità del titolare all'attività di gioco, l'episodio aveva innescato un processo penale a suo carico, con l'accusa di aver promosso e gestito un'attività di raccolta scommesse non autorizzata.
Nel corso del dibattimento, la difesa dell'esercente ha lavorato per smontare le accuse, presentando prove e testimonianze atte a dimostrare l'assenza di una vera e propria attività organizzata di raccolta scommesse all'interno del bar. In particolare, è stato evidenziato come i 270 euro sequestrati durante il controllo rappresentassero il normale incasso giornaliero dell'attività, escludendo quindi la loro provenienza da attività illecite legate al gioco. L'avvocato ha sottolineato come l'utilizzo del computer da parte del fratello fosse un episodio isolato e privo di rilevanza penale. Il giudice, valutando attentamente le argomentazioni e le prove presentate, ha quindi deciso di assolvere l’imputato, riconoscendo la sua estraneità ai fatti contestati e chiarendo definitivamente la sua posizione. L'uomo era stato anche destinatario di pesanti contestazioni di natura tributaria, con sanzioni complessive superiori ai 100 mila euro, anche queste derivanti dalle presunte irregolarità legate alla raccolta di scommesse.
La vicenda pone l'accento sulla necessità di distinguere tra l'utilizzo privato di piattaforme di gioco online e l'organizzazione di una vera e propria attività di raccolta scommesse non autorizzata, che configura un reato ben preciso. Il caso di Modica evidenzia come un controllo superficiale e un'interpretazione errata dei fatti possano portare a conseguenze legali sproporzionate, con danni economici e di immagine per le persone coinvolte.
La sentenza di assoluzione rappresenta un importante precedente e sottolinea l'importanza di un'attenta valutazione delle prove e delle circostanze prima di formulare accuse così gravi. La difesa, in questo caso, è riuscita a dimostrare l'assenza di dolo e di una reale attività illecita, tutelando così la reputazione e l'attività commerciale del proprio assistito. Resta ora da capire se l'Agenzia delle Entrate, alla luce della sentenza penale, rivedrà le contestazioni di natura tributaria mosse nei confronti del titolare del bar.
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