Bingo: ADM fissa indennità provvisoria per le concessioni in proroga

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli definisce l'indennità di occupazione per i concessionari del Bingo nel periodo 2025-2026, in attesa della decisione definitiva

Bingo: ADM fissa indennità provvisoria per le concessioni in proroga

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), con determinazione direttoriale firmata dal direttore centrale Mario Lollobrigida, è intervenuta sulla complessa situazione delle concessioni del gioco del Bingo. L'intervento definisce in via provvisoria l’indennità di occupazione dovuta dai concessionari per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026. Questa decisione arriva in un momento delicato, segnato da un ampio contenzioso amministrativo e da importanti pronunce sia del Consiglio di Stato sia del TAR Lazio, che hanno avuto un impatto significativo sull'assetto regolatorio delle proroghe tecniche.

La determinazione stabilisce che i concessionari coinvolti nei ricorsi pendenti davanti al TAR dovranno versare un'indennità mensile di 2.800 euro. Questo importo è stato determinato come misura minima equa e coerente con i principi indicati dalle recenti sentenze. ADM considera questo valore ragionevole in attesa dell'istruttoria definitiva e dei chiarimenti richiesti al Consiglio di Stato tramite ricorso ex art. 112 c.p.a., volto a definire in modo uniforme le modalità di ottemperanza delle pronunce.

Le concessioni per il Bingo, originariamente assegnate tramite gara pubblica a titolo gratuito con una durata di sei anni, sono scadute nel 2020. Da allora, in mancanza di un nuovo bando, il legislatore ha previsto diverse proroghe tecniche, via via onerose, con aumenti progressivi del canone mensile fissati dalla legge. Queste proroghe si sono susseguite fino all'ultima, contenuta nella legge 207/2024, che ha esteso la validità delle concessioni fino al 31 dicembre 2026, aumentando ulteriormente il canone.

La misura del canone è stata il punto critico. Il Consiglio di Stato, nelle sentenze del 6 ottobre 2025, ha stabilito che gli aumenti introdotti nel 2017 hanno modificato in modo eccessivo le condizioni economiche delle concessioni, in contrasto con la direttiva europea 2014/23. I giudici hanno imposto ad ADM di rideterminare il canone, legandolo non a importi fissi e forfettari, ma ai fatturati reali dei concessionari.

Questa linea è stata ribadita anche dal TAR Lazio nelle numerose sentenze pubblicate tra il 26 novembre e il 2 dicembre 2025, che hanno dichiarato l'illegittimità dell'ultima proroga legislativa. Pur contestando la proroga, il TAR ha riconosciuto il dovere degli esercenti di versare un'indennità, calcolata secondo criteri proporzionati e bilanciati, evitando arricchimenti ingiustificati e tenendo conto dei vantaggi e degli svantaggi derivanti dal regime di proroga.

ADM motiva la scelta dell'importo provvisorio di 2.800 euro sulla base di due considerazioni principali. In primo luogo, i giudici amministrativi hanno spesso individuato nella soglia di 2.800 euro mensili, prevista originariamente dalla legge 147/2013, un importo idoneo a tutelare i concessionari sotto il profilo del periculum in mora, riconoscendo che gli incrementi successivi erano sproporzionati. In secondo luogo, l'Agenzia sottolinea come il fatturato di riferimento per la futura definizione definitiva del canone sia quello derivante dalla vendita delle cartelle, rappresentando il vero corrispettivo del servizio. Questa interpretazione è coerente con quanto chiarito dal Consiglio di Stato in più pronunce, che ha escluso l'equiparazione tra fatturato e utile netto, definendo invece il fatturato come “valore complessivo delle cartelle acquistate presso ADM e rivendute al pubblico”.

La determinazione è temporanea e provvisoria: resterà valida fino all'adozione del provvedimento definitivo che stabilirà in modo compiuto il rapporto economico tra ADM e i concessionari. L'Agenzia riconosce la complessità dell'istruttoria in corso, aggravata dalla molteplicità dei ricorsi e dalla necessità di rispettare il vincolo conformativo imposto dal giudicato amministrativo e dalla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 20 marzo 2025.

L'obiettivo dichiarato è quello di mantenere un equilibrio tra l'interesse pubblico alla continuità delle entrate erariali e alla prevenzione del gioco illegale – motivazioni alla base della proroga tecnica – e i diritti dei concessionari, che non possono subire modifiche economiche sproporzionate. La decisione di ADM rappresenta un tentativo di navigare in un contesto giuridico complesso, bilanciando le esigenze di tutti gli attori coinvolti e garantendo la continuità del servizio in attesa di una soluzione definitiva.

Pubblicato Mercoledì, 10 Dicembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 10 Dicembre 2025

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