L'iconico Gianni Rivera, una delle figure più leggendarie del calcio italiano, è tornato a far parlare di sé grazie alle sue osservazioni dirette e senza mezzi termini sulla gestione americana del Milan, il club dove ha scritto pagine indimenticabili di storia sportiva. Intervistato da Libero, Rivera non ha esitato a esprimere il suo disappunto verso la strategia attuale della proprietà statunitense che, a suo dire, non possiede ancora una profonda comprensione del calcio e delle sue dinamiche più sottili.
Rivera ha subito fatto riferimento alla partenza di una leggenda come Paolo Maldini dalla dirigenza del Milan, sottolineando come questa decisione possa essere interpretata come un segno di discontinuità rispetto alla tradizione e alla cultura che hanno reso grande la società rossonera. L'ex calciatore ha inoltre espresso una certa amarezza riguardo al suo personale mancato coinvolgimento con la squadra, suggerendo che il suo carattere poco incline a seguire le logiche e i compromessi di certi ambienti avrebbe giocato un ruolo in questa esclusione.
In un'analisi più ampia del calcio italiano, Rivera ha osservato come, a suo parere, i giovani talenti siano sempre più ombra di loro stessi, citando il caso di Camarda, il quale, nonostante il potenziale, rimane a 'muffire' in panchina nel Milan. Rivera ha confrontato questa situazione con il suo debutto a quindici anni nell'Alessandria, una possibilità oggi impensabile nel contesto calcistico italiano, soffocato dalle influenze dei procuratori che, secondo lui, perseguono esclusivamente il proprio interesse personale, spesso a discapito del bene dell'industria calcistica.
L'ex calciatore ha anche accennato al 'caso Acerbi', riecheggiando la sua fedeltà e l'importanza di rispondere sempre alle convocazioni nazionali, ricordando episodi passati come la controversa staffetta in Messico con Mazzola, soggetta a pressioni che a suo parere influenzarono la squadra.
Sul futuro della Nazionale, Rivera ha dichiarato il suo supporto all'Italia guidata da Gattuso, augurando il meglio per i prossimi Mondiali cui l'apertura si terrà nello storico Stadio Azteca di Città del Messico. Sebbene ormai lontano dal campo, il suo desiderio è che l'Italia possa ricordare i fasti del passato e continuare a fare sognare i tifosi.