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Un rapporto rivoluzionario della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM) degli Stati Uniti, intitolato "A Science Strategy for the Human Exploration of Mars", ha acceso un nuovo dibattito sull'esplorazione di Marte. Per la prima volta da decenni, un documento autorevole ha delineato in modo convincente le ragioni scientifiche imprescindibili per inviare esseri umani sul Pianeta Rosso. Commissionato dalla NASA, questo studio biennale funge da pietra miliare per lo sviluppo di futuri programmi di volo con equipaggio verso Marte.
Il rapporto demolisce l'idea che le missioni robotiche possano bastare per svelare i misteri di Marte. Pur riconoscendo il valore delle esplorazioni automatizzate, gli esperti della NASEM sostengono che la presenza di ricercatori umani è essenziale per realizzare progressi significativi in tempi ragionevoli. La capacità di adattarsi, risolvere problemi in tempo reale e prendere decisioni flessibili, qualità intrinsecamente umane, sono considerate cruciali per superare i limiti degli attuali robot.
L'obiettivo scientifico primario delle spedizioni con equipaggio su Marte è la ricerca di tracce di vita, passata o presente. Questa ricerca potrebbe richiedere approcci innovativi e decisioni immediate che i robot non sono in grado di fornire. Immaginate uno scienziato sul campo che, osservando una formazione rocciosa insolita, decide di deviare immediatamente dal percorso prestabilito per analizzarla più da vicino. Questa flessibilità è impagabile.
Il rapporto identifica 11 obiettivi prioritari tra le migliaia di potenziali ricerche scientifiche. Tra questi spiccano l'analisi di biosignature in antiche rocce sedimentarie, lo studio dei cicli dell'acqua e del diossido di carbonio, e l'indagine sull'impatto dell'ambiente marziano (radiazioni, polvere, bassa gravità) su esseri umani, animali, piante e microbi, inclusi gli effetti sui loro genomi e sulla riproduzione. Un altro obiettivo chiave è lo sviluppo di tecnologie per utilizzare le risorse locali di Marte, come l'acqua ghiacciata, per produrre carburante e materiali di consumo.
Gli autori del rapporto propongono un approccio graduale: una prima missione di circa 30 giorni, seguita da spedizioni più lunghe, fino a 300 giorni, precedute dall'invio di rifornimenti tramite missioni senza equipaggio. Tutte le attività di ricerca sulla superficie dovrebbero essere concentrate in un raggio di 100 km dal sito di atterraggio, privilegiando regioni con antiche colate laviche e frequenti tempeste di polvere. Queste zone offrono un terreno fertile per la scoperta di indizi sulla storia geologica e biologica di Marte.
Il documento sottolinea che le tecnologie necessarie per realizzare queste missioni sono già a un livello di maturità che ne permette l'implementazione nei prossimi decenni. Tuttavia, tali imprese richiederanno investimenti ingenti, stimati in centinaia di miliardi di dollari, e un impegno pluridecennale. Un'attenzione particolare è dedicata alla protezione biologica, con protocolli rigorosi per prevenire la contaminazione di Marte con microorganismi terrestri e per proteggere gli astronauti da potenziali agenti patogeni marziani. La conservazione di aree incontaminate di Marte è considerata un imperativo etico e scientifico.
Oltre ai benefici scientifici, il rapporto evidenzia il potenziale delle missioni con equipaggio come fonte di ispirazione per la società e per le nuove generazioni di scienziati e ingegneri. L'esplorazione di Marte può galvanizzare l'interesse per la scienza e la tecnologia, stimolando l'innovazione e promuovendo la cooperazione internazionale. La sfida di raggiungere Marte rappresenta un'opportunità unica per unire le forze e superare i limiti delle nostre capacità.
