Secondo recenti indiscrezioni, Samsung si starebbe preparando a cessare la produzione di SSD SATA destinati al mercato consumer. La notizia, diffusa dal canale YouTube Moore’s Law Is Dead citando fonti interne alla supply chain e rivenditori, potrebbe avere ripercussioni significative sul settore delle memorie e sui prezzi dei dispositivi di archiviazione. L'annuncio ufficiale potrebbe arrivare già il prossimo mese, con uno stop definitivo alla produzione previsto tra il 2026 e il 2027.
La decisione di Samsung giunge in un momento di particolare tensione per il mercato delle memorie, già alle prese con una crisi causata dalla crescente domanda da parte dell'industria dell'Intelligenza Artificiale (AI). Nelle scorse settimane, si è appreso che Samsung avrebbe aumentato i prezzi delle memorie DDR5 fino al 60%, senza tuttavia voler espandere eccessivamente i propri impianti produttivi per timore di un futuro calo della domanda.
Sebbene l'attenzione del pubblico enthusiast sia sempre più rivolta agli SSD NVMe PCIe, i drive SATA continuano a rappresentare una fetta importante del mercato. Secondo la fonte di Moore’s Law Is Dead, circa il 20% degli SSD più venduti su Amazon USA si basa ancora sull'interfaccia SATA, e Samsung detiene una quota considerevole di questo mercato. L'uscita di scena di un produttore di tale portata potrebbe quindi ridurre l'offerta complessiva e causare un aumento dei prezzi, non solo per i drive SATA, ma anche per gli NVMe, creando un effetto a catena.
A differenza della recente decisione di Micron di chiudere il brand consumer Crucial, che può essere interpretata come un semplice cambio di etichetta (Micron continuerà a vendere i chip di memoria ad altri produttori), Samsung smetterebbe proprio di immettere questo tipo di drive sul mercato consumer, riducendo materialmente l'offerta. Questa prospettiva potrebbe innescare ondate di acquisti preventivi da parte di aziende e system integrator che dipendono ancora dai drive SATA, accentuando ulteriormente la scarsità.
Le conseguenze di questa decisione potrebbero essere molteplici. Innanzitutto, si prevede un aumento dei prezzi degli SSD SATA, che potrebbe rendere più costosi gli aggiornamenti per i sistemi meno recenti. In secondo luogo, la minore disponibilità di drive SATA potrebbe spingere gli utenti a optare per soluzioni NVMe, accelerando la transizione verso questa tecnologia, ma potenzialmente causando problemi di compatibilità con schede madri più datate. Infine, la crisi nel mercato delle memorie potrebbe protrarsi più a lungo del previsto, con ripercussioni su diversi settori dell'elettronica di consumo.
Resta da vedere come Samsung gestirà questa transizione e quali strategie adotterà per mitigare l'impatto sul mercato. Sarà fondamentale monitorare l'evoluzione della situazione nei prossimi mesi per valutare le reali conseguenze di questa decisione e le possibili alternative a disposizione degli utenti.
Prima di procedere


