Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha chiaramente affermato che non ci sarà alcuna Super Champions che possa ricordare la Superlega. Questa dichiarazione risuona forte dal recente incontro avvenuto a Roma, durante l'assemblea generale dell'ECA, ora ufficialmente conosciuta come EFC. Al noto Hotel Cavalieri, il leader del calcio europeo ha sfruttato la sua posizione per smentire rumors riguardanti una possibile collaborazione tra Uefa e A22, l'organizzazione promotrice del controverso progetto Superlega.
Ceferin ha espresso la sua visione in termini fermi: "L'Europa deve essere il punto di riferimento per il calcio mondiale e non ci sarà mai spazio per una competizione riservata a soli 12 club." In un discorso toccante, ha poi espresso che il calcio deve rimanere un simbolo di inclusività, un elemento unificante in momenti di crisi politica e sociale. "Il calcio è il luogo in cui ognuno può sentirsi parte di qualcosa di più grande, un posto dove i bilanci non sono l'unica cosa che conta," ha affermato Ceferin.
Il presidente ha poi rivolto la sua attenzione al nuovo format della Champions League a girone unico, sottolineando il successo di questo modello. "È stata una scelta audace che ha portato a ricavi record, generando valore sia dentro che fuori dal campo," ha dichiarato, indicando un approccio che ha premiato la lungimiranza. Tuttavia, questo modello continua a sollevare preoccupazioni per i club più piccoli, che temono l'allargarsi del divario rispetto alle potenze del calcio europeo, con il rischio di minare l'importanza dei campionati nazionali a favore di una maggiore attenzione verso le competizioni internazionali.
Nonostante queste sfide, Ceferin ribadisce l'impegno della Uefa nel far risplendere il "sogno del calcio". La sua visione è quella di un contesto sportivo che non solo celebri la vittoria, ma che rimanga radicato nelle comunità che lo sostengono: "Le strade, i club e i tifosi sono l'anima di questo sport. Se ci allontaniamo troppo da queste radici, rischiamo di distruggere ciò che rende il calcio così speciale." Ceferin insiste che il calcio deve essere un luogo condiviso, dove tutti abbiano l'opportunità di sognare e vincere, proteggendo ciò che è autentico e vitale per l'identità del calcio stesso.