Sébastien Frey è rimasto come ce lo ricordavamo da calciatore. Spericolato, esuberante, mai banale. Uno che non ha paura di dire cosa pensa. Prima di tutto, la scelta di restare fuori dal calcio. “Mi dedico alle mie passioni: la famiglia, il vino, ora ho fatto un’autobiografia”. Personaggio. Poi il discorso scivola sulla sua Fiorentina e sulla sfida di domenica con l'Inter che Seba vivrà da doppio ex. “I nerazzurri sono favoriti per lo scudetto, ma ai viola va concessa la possibilità di sognare. Quando vedo giocare la squadra di Palladino, rivedo la mia Fiorentina”. “Vedo l’Inter favorita. Non solo per la partita di domenica, ma in generale per lo scudetto.
Sono fortissimi e possono arrivare in fondo anche in Champions. È la squadra più completa di tutte, da febbraio faranno vedere il massimo del loro potenziale. La Fiorentina resta una sorpresa, probabilmente la più bella di questa Serie A. Ai tifosi dicono: diamo a Firenze la possibilità di sognare”.
Cosa l'ha impressionata di più della squadra di Palladino?
“Il coraggio. La Fiorentina ha un grande gruppo, gioca con serenità e fanno divertire. La speranza è che che continua così. In molte cose rivedo la nostra squadra, con Prandelli allenatore. Anche se ovviamente sono storie diverse. Ora è giusto se la godano i ragazzi, Palladino e il presidente Commisso. Hanno un grande attaccante e un grande portiere, fattori ti risolvono a vincere le che un bel campionato ti portano quatto o cinque punti in più”.
A proposito di portieri, domenica la sfida a distanza sarà anche tra Sommer e De Gea. Chi sceglie?
“Parto da un presupposto. L'estate per me è una garanzia. Ricordo che al suo arrivo in Italia qualcuno storse il naso, ma è una sicurezza e l'ha dimostrato parata dopo parata. Però, se devo sceglierne uno, dice De Gea. Era partito con un sacco di punti interrogativi, derivanti dall'inattività e dalla condizione fisica, e invece ha zittito tutti. È un portiere straordinario, deve continuare così”. Lei, invece, ha scelto di restare fuori dal calcio. Vieni mai? “È un mondo che non fa più per me. Io sono sempre stato così, mi ritengo una persona vera e decisa. Ho sempre cercato di fare quello che mi piace. Mi sto appunto dedicando alle mie passioni: la famiglia, il vino, ora ho fatto un’autobiografia. L’ho intitolata in un modo che mi rappresenta a pieno ‘istinto puro’. E soprattutto sono felice così”.
A proposito dell'Inter. Lei ha giocato con i nerazzurri nel 1998-99 e nel 2000-01, voluto da Moratti in persona. Ma fu vicino anche al Milan qualche anno dopo…
"Si, vicinissimo in realtà. La trattativa era molto avanzata. Facemmo varie chiacchierate con Galliani, sia a Milano che a Forte dei Marmi. Il Milan l'anno prima aveva vinto la Champions ed era uno dei club più importanti d'Europa. Poi alla fine però, scelsi di rimanere alla Fiorentina e ne divenni capitano. Fu una scelta di cuore e ne vado fiero che dire, è stata la prima squadra italiana a credere in me. Il Milan, però, non è stata l'unica squadra a cercarla in quegli anni. “Le dico che ci fu un interesse del Bayern… molto, molto concreto. Sia l’estate dell’Europeo che l’anno prima. Poi mi hanno cercato anche l'Arsenal, il Chelsea e il Barcellona, ma ho sempre scelto di restare protagonista in Italia. Avevo iniziato un percorso e volevo portarlo a termine”.
Per lei De Gea è tra i primi 3 portieri al mondo?
“Sicuramente lo è stato e possiamo metterlo nei top anche a livello europeo. Ma gli va da dato un po’ di tempo. Aspetterei la fine della stagione per avere un giudizio completo. Al momento, però, credo sia il miglior portiere della Serie A. Lo metto anche sopra a Maignan”.
Un pronostico, prima di salutarla. Chi vince domenica?
“Il cuore dice la Fiorentina, la testa dice l’Inter. I nerazzurri sono il top, ma, ripetuto, attenzione alla voglia di sognare della viola e di una piazza come Firenze. Se mi chiedete per chi tiferò, però, penso che la risposta sia scontata…”
FONTE: LaGazzettadellosport