Fabio Capello ha rilasciato un commento inedito sulla leggenda della Roma, Francesco Totti, descrivendolo come un centrocampista avanzato con una straordinaria visione di gioco, ma affermando che non fosse molto incline a correre né a dribblare. Quest'analisi arriva a distanza di anni dalla stagione 2000/01, anno in cui la squadra giallorossa, allenata da Capello, si aggiudicò lo Scudetto.
I ricordi dello Scudetto
Durante quell'annata, Totti si distinse per le sue performance, realizzando tredici gol e fornendo tre assist in trenta partite. Nel corso di un'intervista ai microfoni della RSI in Svizzera, Capello ha ricordato due aneddoti significativi legati proprio a quell'epoca. Il primo è riferito al giorno della vittoria del campionato, in particolare la celebrazione dopo la partita contro il Parma. Capello ha condiviso la sua frustrazione per l'invasione di campo che avvenne a dieci minuti dalla fine della partita; il suo timore era che la situazione potesse portare a una sconfitta a tavolino, e si è detto molto arrabbiato poiché i tifosi non sembravano comprendere il pericolo dell'accaduto. L'altro aneddoto menzionato dall'allenatore riguarda un match cruciale contro la Juventus.
Intuizione Montella
In quella occasione, Capello decise di sostituire Totti con Nakata, avendo notato che per il capitano non era stata una giornata propizia. Capello si rese conto che la squadra necessitava di brio, quindi fece entrare anche Montella. "L'intuizione è fondamentale nel mio lavoro", ha spiegato, aggiungendo che i gol della Juventus in quella partita furono determinanti per il risultato finale del campionato.
I migliori di sempre
Infine, Capello ha condiviso la sua opinione sui migliori calciatori italiani di sempre, citando Roberto Baggio e Gianni Rivera. Ha notato come Baggio, pur non allenandosi regolarmente al Milan, avesse delle qualità straordinarie, con un talento naturale che comprendeva un eccellente dribbling, visione di gioco e una predisposizione al gol.
Fonte: corrieredellosport.it