Durante un'intervista con Milannews.it, Ariedo Braida, storico direttore sportivo del Milan nell'era di Berlusconi, ha espresso le sue preoccupazioni per il periodo difficile che la squadra sta attraversando.
Obiettivo: ricostruire forte senso di appartenenza
Ha iniziato sottolineando come, nei momenti di successo, possa sembrare che le avversità non debbano mai arrivare, ma nel calcio le crisi possono manifestarsi improvvisamente, rendendo arduo comprendere le cause del crollo. Attualmente, questo sembra essere il problema del Milan. Braida osserva che le responsabilità vanno oltre un singolo gruppo; coinvolgono infatti la proprietà, la dirigenza e i giocatori. Egli sottolinea la crisi d'identità che attraversa il club, ricordando che anche da grande tifoso, soffre per la situazione. È fondamentale, secondo lui, ricostruire un forte senso di appartenenza alla squadra. Se vengono meno valori e identità, la squadra si disgrega.
Un problema legato all'ambiente
Interrogato su chi siano i responsabili, Braida afferma che il problema riguarda l'intero ambiente: dalla dirigenza fino ai giocatori. Il Milan, secondo lui, ha una storia grandiosa e un passato glorioso essendo, dopo il Real Madrid, la squadra più titolata in Champions League. È essenziale comprendere l'importanza di indossare questa maglia e la responsabilità che ne consegue. Braida ricorda che anche solo un anno fa il Milan si piazzava al secondo posto, e ora si trova in difficoltà, una cosa comune nel calcio, come dimostrato da altre grandi squadre come il Manchester City. Saper trovare soluzioni in momenti di crisi è cruciale, e al momento, ciò che manca al Milan è l'esperienza. L'esperienza non è facile da ottenere, ma può essere determinante nelle situazioni difficili.
Il vuoto lasciato da Maldini
In merito a Ibrahimovic e Moncada, Braida suggerisce che avrebbero bisogno di affiancarsi a una figura di maggiore esperienza per comprendere al meglio che cosa significhi il Milan. Sono giovani e possono migliorare in futuro, ma necessitano di guida per riconoscere il talento adatto a giocare in un ambiente prestigioso come San Siro.
Nonostante la riluttanza a fare nomi specifici, Braida insiste sull'importanza di identificare i giocatori adatti a un palcoscenico come quello di San Siro. Infine, Braida riconosce che l'allontanamento di Paolo Maldini ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Maldini, con la sua profonda cultura milanista e il suo attaccamento al club, rappresentava la personificazione di quella cultura identitaria fondamentale per il successo del club.
Fonte: tuttomercatoweb.com