Prima di procedere
L’indagine della Procura di Milano sul caso scommesse si allarga ben oltre i confini del capoluogo lombardo. Un’informativa del Servizio Centrale Operativo della Polizia, riportata da La Repubblica, evidenzia infatti l’esistenza di un vero e proprio centro di scommesse clandestine a Roma, frequentato da “calciatori e cantanti”. Tra i nomi emersi c’è ancora una volta quello di Nicolò Fagioli, che, secondo quanto riportato, risultava esposto verso l’organizzazione per una cifra vicina ai 2,8 milioni di euro.
Nelle chat intercettate, quel mondo sommerso prende la forma di un vero e proprio “romanzo criminale”, con personaggi ambigui e minacce pesanti. Come quelle di Nelly, uno degli esattori, che scrive al centrocampista ex Juventus:
“Fagioli, quanto è vero, lo giuro sui miei bambini che mercoledì se non ho i miei soldi vengo a Torino e te faccio smettere di giocare”.
Oppure Ludwig, trapper e amico del giocatore, che lo incalza dicendo:
“Non fare il furbo: c’ho gli screen che te giochi i falli laterali” – riferendosi a presunte scommesse sospette mai dimostrate (e la cui eventuale prova avrebbe comportato una squalifica ben superiore agli attuali sette mesi).
Il peso del debito diventa insostenibile, e Fagioli si sfoga in una delle conversazioni:
“(Una cifra del genere) non la guadagno nemmeno in un anno. So che questo è il vostro lavoro, ma mi dovete dare il tempo di rientrare. Ho l’ansia della partita, ma come faccio…”.
Ma dall’altra parte non c’è spazio per empatia:
“Pensi che ce possiamo fare prendere per il c… da te?”.
Fagioli, però, prova a non crollare:
“Ludovico non c’entra nulla, voi fate il vostro lavoro. Io rientrerò”.
Per tentare di risalire, il centrocampista cambia procuratore e cerca di mettere sul piatto i propri diritti d’immagine, anche futuri, come garanzia. Si affida poi a “Marco” — che secondo la Polizia sarebbe Marco Giordano, figlio di Bruno, e attuale curatore degli interessi del giocatore. Giordano, che non risulta indagato, cerca di rassicurarlo:
“Mio fratello è stato con un nostro amico molto pesante, gli dirà di darsi una calmata almeno su Roma, dove non si muove foglia senza di loro”.
Ma Fagioli è ormai in piena crisi:
“Oggi mi hanno parlato alla Juve chiedendomi se avevo qualche problema, perché stanno capendo che c’è qualcosa e gli è arrivata voce del gioco. Domani non giocherò e se continua così starò sempre in panchina. Non riesco più ad andare al campo felice. Ho minacce e tutto, non ho più tempo né scuse. Se scoppia la bomba sono rovinato a vita, anche la Juve me l’ha detto. Puoi parlare con i capi per vedere se possono aiutarmi? Questo è un problema più grande di me”.
