Nella prima mattinata del 6 ottobre 2025, un'operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino e guidata dal Procuratore Giovanni Bombardieri ha visto la Polizia di Stato eseguire un'importante ordinanza di misura cautelare contro due cittadini italiani, nati nel 1985 e nel 1988. Questi individui, ex titolari di una sala scommesse a Trofarello (TO), sono indagati insieme ad altre 13 persone per reati di associazione a delinquere mirata all'esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, oltre alla frode nelle competizioni sportive.
Le indagini, avviate nel settembre 2022, sono frutto di una collaborazione tra la Squadra Mobile di Torino e la S.I.S.C.O., che hanno scoperchiato un sistema criminale ben strutturato e innovativo. Il fulcro dell’indagine è un gruppo che operava nella provincia di Torino, raccogliendo scommesse illegali su eventi sportivi tramite piattaforme digitali non autorizzate.
Nel dicembre dello stesso anno, un controllo specifico presso un centro scommesse a Trofarello, svolto con il supporto della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, ha rivelato che l'attività, formalmente intestata a uno dei sospettati, era il nucleo operativo dell'organizzazione. Qui, con l'aiuto di software avanzati, si gestivano scommesse attraverso reti oscure che aggiravano le piattaforme legali.
Indagini più approfondite, comprensive di intercettazioni e pedinamenti, e l'analisi di copie forensi di dispositivi digitali sequestrati, hanno messo in luce una struttura piramidale ben definita, dedicata al gioco d’azzardo illegale e alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi. Le piattaforme create dagli indagati – tra cui betart.bet, specialbet.bet e crazybet – gestivano flussi di denaro ingenti, utilizzando crediti concessi agli scommettitori e generando profitti stimati in centinaia di migliaia di euro.
Per garantire segretezza e proteggere le operazioni, il gruppo criminale utilizzava sistemi di comunicazione criptati, sfruttando nickname e cifrature avanzate che complicavano l'azione degli investigatori. Questa modalità operativa ha rappresentato una costante violazione delle leggi fiscali e dei precetti antiriciclaggio. Attraverso meticolose indagini finanziarie, la polizia ha scoperto movimenti illeciti di denaro, incluso l’autoriciclaggio tramite carte prepagate e conti esteri protetti.
Tra le figure di rilievo coinvolte nell'organizzazione, vi erano numerosi intermediari, inclusi sportivi di rilievo. Particolarmente significativo è il caso di un calciatore professionista in difficoltà economiche a causa di debiti di gioco. Le sue dichiarazioni all’Autorità Giudiziaria hanno fornito prove decisive, confermando la piena operatività dell'organizzazione. Ulteriori evidenze sono state ottenute dall'analisi dei dispositivi sequestrati durante le perquisizioni giudiziarie.
Questa operazione rientra in un più ampio progetto di contrasto al gioco d'azzardo illegale, promosso dall'Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, un'iniziativa che si estende su tutto il territorio nazionale per combattere in modo efficace questo fenomeno criminale. Sebbene le indagini siano tuttora in corso e il procedimento si trovi nella fase preliminare, la scoperta di questa rete sottolinea la complessità delle trame criminali legate al mondo delle scommesse. Strategie ingegnose e tecnologie avanzate vengono messe in atto per sfidare la legge, mettendo a rischio l'integrità delle competizioni sportive e la sicurezza fiscale.