Maxi-operazione antigioco: Smantellata rete di scommesse clandestine tra Campania e Puglia

Blitz delle forze dell'ordine: 21 misure cautelari e un giro d'affari stimato in 25 milioni di euro. Coinvolti clan mafiosi e tecnologie avanzate per eludere i controlli statali

Maxi-operazione antigioco: Smantellata rete di scommesse clandestine tra Campania e Puglia

Una vasta operazione congiunta tra le forze dell'ordine e la Procura di Salerno ha portato all'emissione di 21 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, residenti tra la Campania e la Puglia. L'inchiesta ha svelato l'esistenza di una complessa organizzazione dedita alla gestione di un sistema di scommesse clandestine e gioco online illegale, con ramificazioni che si estendono ben oltre i confini nazionali.

Al centro dell'indagine si trova un sofisticato meccanismo che sfrutta tecnologie digitali avanzate, piattaforme non autorizzate e i cosiddetti "totem", installati in esercizi pubblici per aggirare i controlli dello Stato. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale aveva creato una vera e propria piramide del gioco illecito, con figure apicali responsabili della gestione diretta di piattaforme come "Lirebet" e "Lireservice". Tra questi, spicca la presenza di un individuo residente a Manfredonia, ritenuto uno dei cardini dell'organizzazione.

Il sistema, come ricostruito dagli inquirenti, si basava su una catena ben definita: dalla "casa madre" che sviluppava i giochi, si passava ai Master Agents, incaricati di acquistare i servizi e gestire i rapporti con il livello superiore. Questi, a loro volta, si affidavano ai Super Agents, responsabili della distribuzione capillare sul territorio. Infine, gli esercenti – proprietari di bar, circoli e sale giochi – mettevano a disposizione i totem digitali, attraverso i quali i giocatori potevano accedere a un'ampia gamma di giochi e scommesse non autorizzate, in apparenza in modo innocuo. L'inganno si concretizzava attraverso interfacce grafiche simulate, simili a quelle dei siti di e-commerce, che mascheravano la natura illecita delle transazioni. Gli utenti versavano somme di denaro per "acquistare servizi", che in realtà si traducevano in puntate su giochi d'azzardo. Questo sistema, secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, consentiva di eludere le normative vigenti e di occultare efficacemente l'attività illegale.

Un aspetto particolarmente allarmante emerso dall'ordinanza è il legame tra l'organizzazione criminale e noti clan mafiosi, tra cui il clan Ercolano-Santapaola di Catania, la cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, la fazione Schiavone dei Casalesi e il clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia. Questo collegamento evidenzia come il settore del gioco illegale rappresenti un'importante fonte di finanziamento per la criminalità organizzata, come già emerso in precedenti inchieste, tra cui l'operazione Cerberus.

Il provvedimento, firmato dalla giudice per le indagini preliminari Annamaria Ferraiolo, contesta reati gravi quali associazione a delinquere, esercizio abusivo del gioco, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Tutti questi reati sono collegati a un sistema illecito che, secondo la Procura, ha sottratto ingenti somme al circuito legale, alimentando flussi di denaro opachi con gravi ripercussioni per l'economia e la sicurezza pubblica. Si stima che il giro d'affari complessivo possa aver generato un introito di oltre 25 milioni di euro.

L'organizzazione si è anche dotata di un complesso sistema di società, utilizzate come strumento per riciclare e reimpiegare ingenti risorse finanziarie, anche nel settore immobiliare, avvalendosi di società cartiere e prestanomi. Nel corso delle perquisizioni e dei sequestri è emerso il sofisticato livello tecnologico impiegato per gestire la rete, in grado di aggirare i blocchi imposti dalle autorità italiane ai siti non autorizzati attraverso sistemi di oscuramento e accesso a server esteri. L'obiettivo primario era garantire la continuità dei flussi di denaro illegale, eludendo i controlli statali.

Questa operazione, che ha coinvolto decine di agenti tra Campania e Puglia, rappresenta un importante passo avanti nella lotta al gioco d'azzardo illegale, un fenomeno che continua a rappresentare un terreno fertile per gli interessi della criminalità organizzata. La rete scoperta non solo minava il sistema legale di concessioni, ma metteva a rischio anche la tutela dei consumatori e l'integrità del settore. Secondo la magistratura, è fondamentale intervenire con determinazione per smantellare tali strutture e ripristinare la legalità in un settore strategico per l'economia del Paese. È importante sottolineare che il provvedimento cautelare eseguito non implica un giudizio di responsabilità definitivo, essendo soggetto al vaglio dei giudici competenti nelle fasi successive del procedimento penale e comunque è sempre impugnabile dinanzi al Tribunale del Riesame.

Pubblicato Martedì, 02 Dicembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Martedì, 02 Dicembre 2025

Marco P.

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