La Suprema Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza di grande rilevanza riguardo alla responsabilità penale dei titolari di internet point dove i clienti effettuano scommesse online. In un caso specifico, il titolare di un internet point nel centro di Mantova, identificato come D.F., ha finalmente concluso positivamente un iter giudiziario che lo vedeva imputato per esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, reato previsto dall’articolo 4 della legge n. 401/1989.
Contesto del Caso
I fatti risalgono a giugno 2015, quando un controllo eseguito dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli presso il locale di D.F. ha portato alla sua denuncia, in quanto nella cronologia di un computer del punto internet era emerso un collegamento a un sito di scommesse straniere.
Difesa e Sentenza
D.F. è stato assistito dall’avvocato Michele Savarese, un esperto nel campo del diritto del gioco e delle scommesse, specializzato nei rapporti tra diritto penale italiano e diritto comunitario. Fin dal primo grado di giudizio, la difesa ha sostenuto che il titolare non potesse essere considerato responsabile per le scommesse eventualmente effettuate dai clienti all’interno del suo locale, in quanto estraneo a tali condotte.
Con la sentenza n. 50169 del 2023, recentemente motivata, i giudici di piazza Cavour hanno accolto le argomentazioni della difesa, dichiarando l’assoluzione dell'imputato. La Corte ha affermato chiaramente che “il gestore di un internet point non può essere ritenuto penalmente responsabile per l'utilizzo, da parte di un cliente, di un conto personale per scommettere online su siti di allibratori stranieri”.
Implicazioni della Sentenza
Questa sentenza riveste un'importanza significativa per il settore, poiché stabilisce un principio chiaro riguardo alla responsabilità dei titolari di esercizi commerciali che operano in un contesto in cui sono consentite attività di gioco e scommesse online. Essa sottolinea la necessità di distinguere tra le azioni del gestore e quelle degli utenti finali, proteggendo gli operatori da responsabilità penali in situazioni generate da condotte estranee alla loro gestione.
Il verdetto rappresenta una vittoria non solo per D.F., ma anche per altri imprenditori del settore, contribuendo a definire un quadro normativo più nitido in un ambito dove le leggi possono risultare complesse e onerose.
Fonte: agimeg.it