Nella quiete di una notte romana, un messaggio WhatsApp ha inaspettatamente scosso i piani della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il mittente, Claudio Ranieri, un uomo di poche parole ma dal grande impatto, ha comunicato così a Gabriele Gravina, presidente della FIGC, la sua decisione di rifiutare la panchina della Nazionale Italiana. Un semplice "Non me la sento" ha smontato in poche righe un accordo che sembrava ormai fatto e che aveva entusiasmato non solo parte della dirigenza ma anche i tifosi del calcio italiano.
La notizia arriva infatti come un fulmine a ciel sereno, specialmente dopo una vittoria contro la Moldova per 2-0. Un match che avrebbe potuto rappresentare un trampolino di lancio verso la qualificazione, migliorando la differenza reti che ci vede ancora dietro alla Norvegia nel nostro girone. Tuttavia, proprio quando la situazione sembrava delineata in modo favorevole, il ritiro di Ranieri ha aperto una nuova incognita per la direzione tecnica degli Azzurri.
Era tutto pronto: durante la giornata era attesa l'offerta ufficiale per Ranieri, non solo per il ruolo di ct ma anche per una posizione di direttore tecnico delle Nazionali, un incarico che avrebbe assunto dopo i Campionati Mondiali. La doppia veste di Ranieri era stata persino benedetta dai Friedkin, proprietari dell'AS Roma, e un memorandum dettagliato era stato inviato alla società capitolina per delineare i confini delle responsabilità del tecnico.
Tuttavia, gli apparenti ostacoli di compatibilità tra i due ruoli hanno fatto emergere dubbi. Ranieri, noto per la sua meticolosa professionalità e la sua capacità di leggere tra le righe del calcio e della vita, ha forse percepito il rischio di compromettere il suo futuro con la Roma, dovendo destreggiarsi tra le richieste e le pressioni di due posizioni così prominenti. Nonostante i segnali iniziali favorevoli, l'impressione di una gestione inevitabilmente compromessa ha portato il tecnico, con la saggezza di chi ha vissuto decenni di panchine, a compiere un passo indietro.
Questa decisione sorprende Gravina e tutta la dirigenza federale, che ora devono riaprire le trattative e valutare nuovi profili per la guida della Nazionale. I nomi dei possibili successori di Ranieri iniziano a circolare, ma nessuno sembra al momento capace di entusiasmare quanto avrebbe fatto Ranieri stesso.
Il dietrofront di Ranieri sottolinea quanto sia complesso e delicato il panorama del calcio italiano, dove ogni decisione deve ponderare un intricato equilibrio di interessi sportivi, economici e politici. Nel frattempo, mentre i riflettori sono puntati sulle nuove mosse della FIGC, la Nazionale guarda già al futuro, con l'obiettivo di non perdere il passo nel cammino per tornare ai vertici del calcio mondiale.