Lautaro Martinez: un capitano tra speranza e rimozione

Lautaro Martinez: un capitano tra speranza e rimozione

Dopo la sconfitta clamorosa, Lautaro riflette su Monaco mentre si concentra sul futuro con entusiasmo e determinazione

C'è sempre un contrasto tra ciò che dovremmo fare e ciò che riusciamo effettivamente a fare. È una verità tangibile nel mondo dello sport e, al momento, particolarmente evidente nella vita di Lautaro Martinez. Mentre il giocatore si dirige al campo della Ucla, attraversando bambini e ragazzi che acclamano il suo nome, appare tanto sereno quanto riflessivo. Il suo viso è illuminato da un sorriso, ma i suoi occhi tradiscono un'ombra di malinconia.

Lautaro, il capitano che tutti conoscono, è lo stesso anche ora. È lui a ricordare alla squadra che bisogna "voltare pagina" e non farsi sopraffare da ciò che è ormai passato. Eppure, non riesce a spiegarsi come abbiano potuto sprecare un'opportunità così grande in quel modo. Si intuisce la fatica psicologica nell'elaborare una sconfitta tanto cocente, come i professionisti spiegano ai margini di una carriera segnata da incontri perduti. Quello che sorprende, nei suoi discorsi, è l'assenza di riferimenti diretti a Monaco, alla finale, o al PSG. Parla solo di "quello che è successo", evitando di menzionare eventi che ancora feriscono profondamente. Quel 5-0 tanto pesante come un macigno.

Tuttavia, la delusione trova spazio per mutare in speranza. È qui che si fa avanti un altro Lautaro, che esprime il desiderio di condividere qualcosa di significativo. Riguardo al nuovo allenatore, le sue parole sono di approvazione e fiducia: "Ci siamo sentiti al telefono, prima ancora di incontrarci di persona. Mi ha parlato delle sue idee e mi sono trovato subito in sintonia con la sua mentalità. vuole vincere proprio come me. Ha una voglia di vincere che mi ha colpito profondamente." Questo sarebbe il suo quarto allenatore da quando veste la maglia dell'Interpol, dopo Spalletti, Conte, e Inzaghi. Non male come inizio.

Ma il vero cuore del messaggio di Lautaro emerge forte e chiaro: da leader, ha parlato con i suoi compagni e ha chiesto loro di essere "forti di testa". "C'è bisogno di un ultimo sforzo prima delle vacanze, un ultimo tratto da percorrere per continuare a crescere," ha detto. In queste parole, c'è un segnale di speranza e azione. Sembra che il processo di rimozione stia iniziando a prendere forma. C'è la volontà di tornare in campo e dimostrare ciò che sa fare. Dopo Monaco, è quasi scomparso, senza minuti a referto in due partite con la Seleccion. Anche il commissario tecnico Scaloni lo aveva percepito privo di energia in ogni aspetto.

Lautaro ammette la tristezza che lo ha avvolto, ma riconosce quanto sia stato difficile individuare le cause. "Ho impiegato 5-6 giorni per trovare le parole e spiegare alla mia gente. Quella notte non è andato bene niente per noi e tutto per gli avversari: non eravamo noi stessi, mancava l'unione." Questa è la natura del calcio, ma lui sa che "dobbiamo andare avanti, non c'è altra scelta, anche se tutto rimane nella mente." Il percorso verso la nuova stagione è già iniziato e Lautaro è pronto a guidare l'Inter con la stessa ambizione e motivazione che lo hanno sempre contraddistinto.

Pubblicato Martedì, 17 Giugno 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Martedì, 17 Giugno 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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