Prima di procedere
Victor Osimhen, noto attaccante nigeriano, è al centro di una vicenda che intreccia calcio, affari e dramma personale. In un momento di profondo dolore dovuto alla perdita del padre, Osimhen si trovò coinvolto in un trasferimento al Napoli che, a suo dire, gli fu comunicato senza il suo pieno consenso. Questo episodio è stato recentemente messo in luce da verbali della Guardia di Finanza riportati dal quotidiano Repubblica, evidenziando gli strati complessi e spesso poco trasparenti che si celano dietro i grandi contratti del calcio moderno.
Nel tumultuoso anno della pandemia, mentre il calcio europeo cercava di riadattarsi a una nuova normalità, Osimhen si trovava in Francia, lontano dalla sua famiglia e ignaro del fatto che il suo destino sportivo si stava siglando a sua insaputa. Il suo vecchio agente, Gerard, lo invitò a Nizza per discutere il suo trasferimento al Napoli. Fu lì che apprese dell'accordo già impostato tra il suo club, il Lille, e il Napoli, con il placet del presidente del Lille, Gerard Lopez, e dell'influente consigliere Luis Campos. Questo accordo, spiegò Osimhen nelle sue dichiarazioni, doveva essere finalizzato come una buona opportunità economica per il Lille, che stava fronteggiando le sfide finanziarie acuite dalla crisi globale.
Tuttavia, per Osimhen, quell'estate del 2020 fu segnata principalmente dalla preoccupazione per la salute del padre, al cui capezzale non riuscì ad arrivare in tempo. La frenesia del trasferimento, la grande città di Napoli che lo accoglieva con promesse di gloria, risultarono essere quasi secondarie rispetto al dolore personale. Raccontò infatti di come durante quelle drammatiche settimane non ci fosse spazio nella sua mente per pensare al calcio: la priorità era sapere come stava suo padre. Di conseguenza, accolse con grande scetticismo la notizia di un accordo pressoché concluso, senza avere mai visto con i propri occhi il contratto che doveva cambiarne la carriera.
L'incontro con il tecnico del Napoli e il presidente Aurelio De Laurentiis, condotto tra la suggestiva cornice di Capri e l'incantevole paesaggio partenopeo, impreziosito dalle luci della città e dai racconti di progetti ambiziosi, avvenne in un clima quasi surreale per il giovane attaccante. Senza padroneggiare l'italiano, si trovò ad assistere, piuttosto che partecipare, a lunghi dialoghi tra De Laurentiis e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, una sensazione di impotenza che aumentava il suo disorientamento.
Il contratto, quella promessa scritta di un nuovo inizio, continuava a essere un miraggio. Quando finalmente fu messo di fronte a un documento dal suo agente, si trattava di uno scarno pezzo di carta, un abbozzo rispetto a ciò che si aspettava. La delusione e la rabbia spinsero Osimhen a interrompere il rapporto professionale con il suo agente, tornando in Francia con l'intenzione di rinegoziare i dettagli essenziali del suo passaggio in Serie A.
Successivamente, nel dicembre 2021, quando trovò stabilità e un nuovo rappresentante in Roberto Calenda, Osimhen chiese un importante prestito per far fronte a spese familiari, dimostrando ancora una volta come aspetti personali e professionali possano intrecciarsi nell'esistenza di calciatori di fama internazionale. In un mondo spesso schiavo delle logiche di mercato, la storia di Osimhen al Napoli emerge come un racconto in cui le individualità cercano spazio tra gli ingranaggi di un sistema che raramente si ferma a osservare il dolore umano che trascina con sé.
