Un recente studio della società di consulenza internazionale McKinsey & Company ha rivelato che l'intelligenza artificiale (AI) e i robot hanno il potenziale per automatizzare circa il 50% dei posti di lavoro negli Stati Uniti. Questa trasformazione epocale, che coinvolge sia attività intellettuali che fisiche, richiederà una riorganizzazione radicale dei processi lavorativi da parte delle aziende.
L'analisi di McKinsey indica che le professioni più vulnerabili sono quelle legate alla preparazione di documenti, all'elaborazione di informazioni e alle operazioni logiche di routine. Ciò mette a rischio impiegati d'ufficio e persino programmatori, categorie che già sperimentano un rallentamento nelle assunzioni. Al contrario, attività fisicamente impegnative e pericolose, come il lavoro nei magazzini o la gestione di macchinari industriali, saranno probabilmente affidate ai robot.
Tuttavia, circa un terzo dei posti di lavoro americani si dimostrerà resistente all'automazione grazie alla loro specificità. Rientrano in questa categoria le professioni nel settore dell'assistenza e della sanità, dove il 70% delle attività richiede presenza fisica, empatia, cura e abilità manuale, caratteristiche difficilmente replicabili dalle macchine. Allo stesso modo, i lavori di riparazione e manutenzione, che implicano flessibilità, giudizio e adattamento in contesti imprevedibili, si prestano difficilmente all'automazione.
Gli autori dello studio sottolineano che il massimo impatto economico (stimato fino a 2,9 trilioni di dollari all'anno entro il 2030) non deriverà dall'automazione parziale di singole attività, ma dalla trasformazione completa dei modelli di lavoro. In questo scenario, le competenze umane non scompariranno, ma si evolveranno: le persone lavoreranno in sinergia con l'AI, dedicando meno tempo alla preparazione dei materiali e più all'interpretazione dei risultati e alla definizione degli obiettivi per i sistemi di intelligenza artificiale. In alcune professioni, come l'insegnamento, l'AI sarà utilizzata in modalità ibrida, principalmente per la generazione di contenuti e lo svolgimento di compiti amministrativi, lasciando all'uomo il compito di prendere decisioni e fornire supporto pedagogico.
Parallelamente, lo sviluppo dell'AI creerà nuove figure professionali, come i manager per il coordinamento dei sistemi di AI e gli specialisti per la loro sicurezza e manutenzione. Poiché l'intelligenza artificiale richiede supervisione, configurazione, test e supporto fisico da parte dell'uomo, la domanda di questi esperti è destinata a crescere. Alcune aziende stanno già annunciando tagli al personale a seguito dell'introduzione dell'AI. Ad esempio, la fintech Klarna punta ad aumentare i ricavi mantenendo invariato il numero di dipendenti, mentre lo studio legale Clifford Chance ha recentemente annunciato la riduzione di ruoli nel supporto aziendale grazie alle nuove tecnologie. Misure simili sono state adottate anche dalla società di telecomunicazioni britannica BT Group.
Un recente rapporto della Stanford University evidenzia che i giovani professionisti tra i 22 e i 25 anni impiegati nei settori più esposti all'AI hanno subito un calo del 13% nell'occupazione, mentre i colleghi più esperti negli stessi settori non hanno registrato perdite di posti di lavoro significative. È interessante notare come il report di McKinsey integri un'analisi precedente di Microsoft, secondo cui le prime vittime della rivoluzione dell'AI potrebbero essere traduttori, agenti di commercio e consulenti finanziari, mentre infermieri, stuccatori e operatori di impianti di depurazione delle acque rimarranno tra le professioni più protette.
Secondo gli autori del rapporto, il principale ostacolo all'adozione di massa dell'AI e dei robot non è rappresentato da limiti tecnologici, ma da decisioni politiche e dai costi di riorganizzazione delle catene di produzione e dei processi lavorativi.
L'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro è un tema complesso e in continua evoluzione. Mentre alcuni posti di lavoro sono a rischio di automazione, si creano anche nuove opportunità e nuove professioni. La sfida per il futuro sarà quella di adattarsi a questo cambiamento, sviluppando le competenze necessarie per lavorare in sinergia con l'AI e sfruttarne al meglio le potenzialità.
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