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Simone e il sogno di Saint Vincent: “Gioco anche per chi non c’è più”
In esclusiva, ai microfoni di Infogioco abbiamo intervistato il giovane giocatore di Biliardo Simone Grosso, che sta facendo parlare di se in tutta la regione da diverso tempo. Ecco l'intervista:
Simone, ti stai preparando per le finali di Saint Vincent. Come stai vivendo l’attesa?
È un’emozione fortissima. Parliamo delle finali nazionali di terza categoria, quindi un livello dilettantistico, ma carico di significato. Il campionato si svolge da settembre a maggio e coinvolge tante squadre regionali: i primi quattro di ogni provincia accedono alle finali di Saint Vincent, dove si affrontano i migliori delle altre regioni.
Io mi sono classificato terzo, vincendo tre batterie su cinque. Ci tengo a dire che non sono il primo del mio paese a raggiungere questo traguardo: prima di me ci riuscì Salvatore Puggioni, mio compaesano, insieme ad altri membri della nostra comunità. È la prova che il biliardo unisce generazioni diverse.
L’orgoglio è grande: rappresentare Carloforte e tutta la Sardegna è una responsabilità ma anche una gioia immensa. Mi sto allenando costantemente con i miei compagni di squadra. Sono carico, determinato, e pronto a vivere questa nuova sfida. La paura non fa parte del mio vocabolario.
Com’è nata la tua passione per il biliardo?
In modo un po’ curioso, a dire il vero. Anni fa mi trovavo a Dublino per una vacanza studio. Come canta Fiorella Mannoia, “il cielo d’Irlanda è come una donna che cambia spesso d’umore”, e tra piogge improvvise e raggi di sole mi rifugiavo spesso in un vecchio pub chiamato The Palace.
Rimasi colpito dallo stile antico del locale, ma soprattutto dalla sala biliardo nel retro, con tavoli da Pool modernissimi. Quella sala mi rapì.
Non credo molto ai colpi di fulmine tra persone, ma con il biliardo fu amore a prima vista. Tornato in Italia, ho scoperto la disciplina dei 5 birilli – che sarà anche la specialità delle finali – e da lì è iniziato tutto. Ho momentaneamente lasciato il biliardo americano per dedicarmi a questo percorso.
Vivere su un’isola come Carloforte può essere complicato a livello logistico. Come sei riuscito a portare avanti gli allenamenti?
Purtroppo da noi manca una vera cultura del biliardo, e con essa le strutture. A Carloforte ci sono solo tre biliardi, distribuiti in tre locali diversi. Trovare uno spazio per allenarsi da soli è davvero difficile, visto che il biliardo è molto richiesto per svago.
Detto questo, devo ringraziare chi ci ha permesso di allenarci con costanza: il Bar Cipollina e L’Angolo del Biliardo.
Nel 2018, con il CSB Biliard Club Carloforte, abbiamo aperto una sala con quattro tavoli, cercando di promuovere la vera cultura del biliardo sull’isola. Purtroppo, per mancanza di numeri, abbiamo dovuto chiudere. È un problema comune a molti piccoli centri in Italia.
Hai mai pensato di mollare, viste le difficoltà?
Assolutamente no. Il biliardo mi ha regalato emozioni che la vita, per un periodo, sembrava volermi negare. Come sai – abbiamo giocato a calcio insieme da bambini – quell’agonismo, quella voglia di vincere e di fare squadra che ci univa, a causa di una malattia è venuta a mancare.
Ma dopo aver superato la battaglia più grande, sono passato dall’amare il campo verde al manto verde del biliardo. Nulla mi ha più spaventato. Quando hai già vinto la partita più difficile della vita, il resto lo affronti con grinta e sorriso.
Saint Vincent per te è un punto d’arrivo o un punto di partenza?
All’inizio è stata una liberazione: un obiettivo inseguito da tempo. Ma ora, travolto da tutte queste emozioni positive, sento che è solo l’inizio. Voglio crescere, migliorare, puntare a traguardi sempre più ambiziosi. La fame è appena cominciata.
C’è un campione a cui ti ispiri?
Oggi abbiamo la fortuna di poter seguire i grandi anche sui social, cosa che prima era quasi impossibile. Io mi sono sempre ispirato a Crocefisso Maggio: un giocatore offensivo, creativo, imprevedibile. Il suo stile rispecchia molto il mio approccio.
Che consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi al biliardo?
Mi piace ricordare un messaggio bellissimo della campionessa Cristina Moscetti: “A biliardo non giochiamo contro l’avversario, ma soprattutto contro noi stessi”. Questo sport tira fuori il nostro vero carattere, ci mette di fronte ai nostri limiti e ci aiuta a conoscerci più a fondo.
Vuoi chiudere con qualche ringraziamento?
Assolutamente sì. Voglio ringraziare Giovanni Grosso, presidente del CSB Biliard Club Carloforte, e tutti i soci e compagni di squadra. Un grazie speciale va anche a Paolo Scaramuzzi, presidente regionale della Federazione Italiana Sportiva Biliardo e Bowling, per aver dato visibilità al biliardo sardo, anche a livello internazionale, con l’organizzazione del Mondiale 5 birilli a Calangianus nel 2021.
E infine… in questi giorni è venuta a mancare una persona a me molto cara. So che, nel torneo che affronterò a breve, spiritualmente non giocherò da solo.
Da tutti noi di Infogioco, un grande in bocca al lupo a Simone: che questa avventura sia solo l’inizio di un cammino ricco di emozioni, successi e soddisfazioni.
