La FIFA ha aperto un'inchiesta in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Antonio Rudiger, difensore del Real Madrid, dopo la partita vinta per 3-1 contro il Pachuca. Rudiger ha accusato Antonio Cabral, giocatore avversario, di avergli rivolto un insulto razzista, scatenando la sua furiosa reazione. L'arbitro brasiliano Roman Abatti Abel è stato costretto ad attivare il nuovo protocollo FIFA contro il razzismo, segnalando con le braccia il segno della X, riservato ai casi di insulti razzisti, cori discriminatori o offese di carattere etnico, religioso o sessuale.
Secondo quanto affermato dall'allenatore del Real, Xabi Alonso, "Antonio ce l'ha raccontato, e il protocollo verrà quindi attivato". Alonso ha sottolineato che è in corso un'indagine approfondita e, se confermate le accuse, ritiene necessario prendere tutte le misure punitive adeguate, poiché simili atti sono assolutamente inaccettabili nel mondo del calcio.
D'altro canto, Gustavo Cabral, difensore argentino del Pachuca, si è difeso dalle accuse, affermando che non c'è stato alcun insulto di carattere razzista. "Non c'è stato nulla di razzista. L'ho chiamato un codardo di merda, come diciamo in Argentina. Tutto qui", ha dichiarato Cabral. Anche l'allenatore del Pachuca, Jaime Lozano, è apparso sorpreso dalle accuse: "L'abbiamo saputa da voi - ha detto ai giornalisti - non ho spiegazioni perché è la prima volta che sento questa storia. Ne parlerò con lui, lo conosco da un po' e non ho mai sentito che cose del genere accadano con i giocatori del Pachuca."
Il gesto del "No racism gesture", mostrato dall'arbitro Abel, è stato presentato al 74° Congresso della FIFA a Bangkok, in Thailandia, il 17 maggio 2024, e prevede tre fasi operative in caso di riportati insulti razzisti: dopo la prima segnalazione, l'arbitro ha facoltà di interrompere temporaneamente il match e può far effettuare dallo speaker uno specifico annuncio di avvertimento agli spettatori presenti. Se gli episodi non cessano, la partita può essere sospesa, con i calciatori invitati a rientrare negli spogliatoi. Nella fase finale, se i comportamenti discriminatori persistono, l'arbitro ha il potere di fermare definitivamente l'incontro.
Questa prima applicazione del protocollo FIFA segna un momento cruciale nella lotta contro il razzismo nel calcio, sottolineando l'impegno delle istituzioni calcistiche internazionali a mantenere un ambiente sportivo inclusivo e rispettoso. L'indagine stabilirà se ci sono prove sufficienti per prendere provvedimenti disciplinari contro i responsabili, e rappresenta un chiaro messaggio di tolleranza zero verso qualsiasi forma di discriminazione. L'episodio non solo ha scosso il mondo del calcio, ma ha anche avviato un dibattito approfondito su come tali problematiche vengano gestite sia a livello di club che di organizzazioni internazionali.