Jannik Sinner esprime la sua ansia per non avere il controllo sul proprio destino riguardo alla contaminazione involontaria da clostebol. Sottolinea di non avere colpe, ma si sente a disagio per gli sguardi e i mormorii di avversari e falsi amici. In un'intervista a Sky, racconta il suo anno di trionfi, con la vittoria di due Slam in Australia e negli Stati Uniti, e il raggiungimento della vetta del ranking ATP.
Tuttavia, deve affrontare la beffa del caso doping: sebbene sia stato scagionato dopo le indagini, la WADA ha presentato un ricorso.
Ecco parte delle sue dichiarazioni.
"Prima di alcune partite, come quella a Wimbledon contro Medvedev, non riuscivo a dormire. È normale sentirsi male il giorno dopo. In questo periodo ho cercato di lasciarmi alle spalle molte cose, e sono grato al mio team che mi ha supportato, facendomi sentire protetto. Ecco perché dedico i tornei a loro; senza il loro aiuto non sarei riuscito a superare questo momento. Sono soddisfatto di come ho gestito la situazione. E riguardo alla mia innocenza, quella è la cosa più importante: se avessi saputo di essere colpevole, non avrei mai giocato così. Sono convinto che niente succede per caso, e forse questo caso mi è servito per capire chi era mio amico e chi no".
Fonte: corrieredellosport.it