DJI Contesta il pentagono: Battaglia legale sui legami con l'esercito cinese

Il colosso dei droni DJI ricorre in appello contro la decisione del Pentagono che la lega alle forze armate cinesi, una disputa che infiamma il mercato statunitense

DJI Contesta il pentagono: Battaglia legale sui legami con l'esercito cinese

Il produttore cinese di droni DJI non si arrende e continua la sua battaglia legale contro il Pentagono, dopo che un tribunale americano ha confermato il diritto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti di considerarla un'entità legata all'esercito cinese. Questa decisione, che ha creato non pochi problemi all'azienda, è stata impugnata con un appello presentato questa settimana nella capitale americana.

La disputa nasce dalle accuse, respinte con forza da DJI, di legami con il complesso militare-industriale cinese e di supporto da parte del governo di Pechino. L'azienda ribadisce di non essere controllata, supportata o in alcun modo collegata alle forze armate o ad altre strutture governative cinesi. I legali di DJI hanno formalmente presentato ricorso alla Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, contestando la decisione del tribunale di grado inferiore.

Secondo il Pentagono, lo status di DJI come «centro tecnologico nazionale» in Cina indicherebbe un sostegno speciale da parte delle autorità locali. DJI, tuttavia, fa notare che anche molte filiali di aziende americane in diversi settori godono di un riconoscimento simile in Cina. Un'altra argomentazione del Pentagono riguarda il potenziale utilizzo duale dei droni DJI, ma l'azienda replica che lo stesso si potrebbe dire di molte altre tecnologie disponibili sul mercato.

La situazione è complessa e dai risvolti potenzialmente significativi per il futuro di DJI negli Stati Uniti. Attualmente, DJI detiene oltre la metà del mercato dei droni commerciali negli USA, nonostante sia stata inserita nella «lista nera» del Pentagono nel 2022. Da ottobre 2024, DJI ha intrapreso azioni legali per contestare questa decisione, definendola basata su speculazioni politiche piuttosto che su prove concrete. Le restrizioni imposte dal governo americano impediscono alle agenzie governative di acquistare prodotti DJI, anche se possono continuare a utilizzare quelli già in loro possesso fino a quando non diventano obsoleti.

La posta in gioco è alta. Nel corso del 2026, la Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti (FCC) potrebbe negare a DJI le licenze necessarie per continuare a importare nuovi prodotti sul mercato americano. Per evitare questo scenario, l'azienda sta cercando di ottenere il sostegno di altre autorità governative statunitensi. La vicenda solleva interrogativi più ampi sul ruolo delle aziende tecnologiche cinesi nel mercato globale e sulle implicazioni per la sicurezza nazionale. La decisione finale della corte d'appello avrà un impatto significativo non solo su DJI, ma anche sull'intero settore dei droni e sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il caso DJI rappresenta un banco di prova per la capacità delle aziende di navigare in un contesto geopolitico sempre più complesso e per la definizione di standard di sicurezza e trasparenza nel settore tecnologico.

Pubblicato Mercoledì, 15 Ottobre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 15 Ottobre 2025

Marco P.

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