L'astronomia terrestre è già alle prese con l'inquinamento luminoso e le interferenze radar causate dai satelliti, che alterano le immagini del cielo notturno. Ora, una nuova ricerca rivela che anche gli osservatori spaziali subiranno un simile destino. Secondo uno studio, entro il 2040, quasi tutte le immagini catturate dai telescopi spaziali in orbita terrestre saranno compromesse dalla presenza dei satelliti. Le conseguenze di questo inquinamento luminoso spaziale sono ancora incerte.
Attualmente, la principale fonte di inquinamento luminoso è la costellazione di satelliti Starlink di SpaceX, responsabile di circa il 70% dei nuovi lanci. Il numero di satelliti in orbita è cresciuto esponenzialmente, passando da circa 2.000 nel 2019 a circa 15.000 oggi. Gli scienziati della NASA avvertono che, se tutte le richieste di autorizzazione saranno approvate e i piani per la creazione di costellazioni satellitari concorrenti saranno realizzati, entro la fine degli anni 2030 ci saranno circa 560.000 satelliti in orbita.
Utilizzando come esempio tre nuovi e promettenti osservatori spaziali in orbita terrestre bassa – SPHEREx della NASA, ARRAKIHS dell'Agenzia Spaziale Europea e Xuntian cinese – è stato dimostrato che il 96% delle immagini catturate da questi telescopi sarà compromesso dall'inquinamento luminoso causato dai satelliti. Anche il telescopio Hubble subirà danni, con circa un terzo delle sue immagini compromesse. Al contrario, il telescopio Webb, situato a grande distanza dalla Terra, nel punto di Lagrange L2, non sarà influenzato da questo tipo di inquinamento.
La luminosità dei satelliti per le comunicazioni è già paragonabile a quella delle stelle più brillanti. I futuri modelli, con superfici fino a 3.000 m², potrebbero brillare più di Venere e Giove. Una possibile soluzione potrebbe essere la collaborazione tra gli operatori delle costellazioni satellitari e il personale addetto alla gestione dei telescopi. Condividendo informazioni precise sulla posizione, la luminosità e il colore dei satelliti, gli scienziati potrebbero apportare correzioni alle immagini dei telescopi spaziali, mitigando in parte l'effetto dell'inquinamento luminoso.
Gli autori dello studio sottolineano l'urgenza di trovare soluzioni internazionali immediate, come la riduzione dell'altitudine dei satelliti (che comporterebbe una più rapida dismissione degli stessi) e la diminuzione della loro riflettività. Senza tali misure, l'astronomia rischia di perdere uno dei suoi valori fondamentali: un'immagine chiara e non distorta dell'universo. La questione dell'inquinamento luminoso spaziale solleva importanti interrogativi sul futuro dell'esplorazione spaziale e sulla necessità di bilanciare i progressi tecnologici con la salvaguardia del nostro patrimonio scientifico e culturale.
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