Gli Stati Uniti stanno mettendo in campo ambiziosi piani per localizzare la produzione di chip, ma la realizzazione di queste iniziative vedrà inevitabilmente un certo ritardo. Le autorità statunitensi prevedono che i tempi di costruzione di nuovi impianti cresceranno in maniera graduale. Secondo gli esperti di SEMI, sarà solo a partire dal 2027 che gli USA supereranno le altre macroregioni mondiali per volume di investimenti nella costruzione di impianti dedicati alla produzione di chip.
Un aspetto degno di nota è che i rappresentanti dell'industria sono certi che negli Stati Uniti verranno spesi molti più fondi nello sviluppo dell'infrastruttura produttiva nel settore dei semiconduttori rispetto al passato. Tuttavia, resta da vedere se altri paesi riusciranno a raggiungere o persino superare gli USA. Ad esempio, tra il 2026 e il 2028, il Giappone destinerà circa 32 miliardi di dollari per questi scopi, mentre gli Stati Uniti prevedono di investire ben 60 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda i capitali americani destinati alla produzione di chip, SEMI prevede che quest'anno e il prossimo si tratterà di circa 21 miliardi di dollari. Nel 2027, questi investimenti cresceranno fino a 33 miliardi, e nel 2028 raggiungeranno i 43 miliardi. Nel complesso, tra il 2027 e il 2030, gli Stati Uniti investiranno 158 miliardi di dollari. Questo trend di crescita porterà il paese a superare altri mercati globali. Fra i progetti principali, si prevedono investimenti significativi da parte di TSMC (165 miliardi), Samsung (40 miliardi) e Micron Technology (200 miliardi).
A livello globale, si stima che complessivamente saranno spesi 374 miliardi di dollari per l'acquisto di attrezzature necessarie alla produzione di chip su wafer di silicio da 300 mm tra il 2026 e il 2028. Per la prima volta, tale cifra supererà i 100 miliardi di dollari già entro quest'anno, spinta dall'impennata dell'intelligenza artificiale.
La Cina rimane un giocatore chiave in questo settore, ma le sanzioni internazionali la costringono a concentrarsi principalmente su tecnologie litografiche mature. Nonostante queste sfide, la Cina spenderà 94 miliardi di dollari per l'acquisto di attrezzature destinate alla produzione di chip nel periodo dal 2026 al 2028. Nello stesso periodo, la Corea del Sud investirà 86 miliardi di dollari e Taiwan spenderà 75 miliardi di dollari.
Negli USA, con i loro 60 miliardi di dollari, si collocheranno al quarto posto. Europa e Medio Oriente complessivamente dedicheranno a tali investimenti solo 14 miliardi di dollari, mentre altri paesi del Sud-Est asiatico non supereranno i 12 miliardi di dollari.
Interessante notare come l'attuale capo di Intel, Lip-Bu Tan, veda nella crescente domanda di componenti per infrastrutture computazionali di intelligenza artificiale un'opportunità per ottenere nuovi ordini nello sviluppo della produzione contrattuale di chip. Almeno per ora, Intel è determinata a triplicare i suoi sforzi in questo settore.