La riforma del gioco d'azzardo in Finlandia, un progetto ambizioso che mirava a liberalizzare parzialmente il mercato aprendolo alle licenze dal 2027, è attualmente in fase di stallo. La Commissione amministrativa del Parlamento ha interrotto il processo, sollevando dubbi e preoccupazioni che hanno riportato la questione al Ministero dell'Interno per ulteriori chiarimenti. Questa battuta d'arresto giunge in un momento delicato, con impellenti vincoli di bilancio che richiederebbero invece una rapida accelerazione del processo legislativo.
Secondo quanto riportato da Iltalehti, testata finlandese, all'interno della Commissione serpeggiano sospetti di un rallentamento intenzionale orchestrato dal Partito della Coalizione Nazionale. Il timore principale sembra essere l'impatto di una potenziale ondata di pubblicità aggressiva da parte di operatori internazionali, una volta che il mercato sarà aperto alla concorrenza. Questa preoccupazione è amplificata dalla prossimità delle elezioni, che rendono il governo particolarmente sensibile a qualsiasi cambiamento che possa influenzare l'opinione pubblica.
Il precedente svedese rappresenta un monito per la Finlandia. Quando la Svezia ha introdotto un sistema di licenze nel gennaio 2020, il paese è stato letteralmente sommerso da una campagna pubblicitaria massiccia e pervasiva, con messaggi promozionali diffusi attraverso tutti i canali, dalla televisione ai media online, fino agli spazi pubblici. Solo in un secondo momento il governo svedese è intervenuto per limitare la portata di questa invasione pubblicitaria. La Finlandia vuole evitare di ripetere lo stesso errore, temendo che il rilascio delle prime licenze possa scatenare una simile ondata di pubblicità incontrollata.
Fonti interne al Partito della Coalizione starebbero valutando l'ipotesi di posticipare l'entrata in vigore della legge all'estate del 2027, proprio per evitare che l'apertura del mercato coincida con la campagna elettorale. Ville Skinnari, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Veikkaus, la società statale che detiene il monopolio sul gioco d'azzardo, e membro del partito socialdemocratico, ha sottolineato come questa riforma sia cruciale anche per il mondo dello sport, che ha già subito pesanti tagli ai finanziamenti governativi.
L'opposizione e diversi altri partiti all'interno della Commissione respingono fermamente l'idea di un rallentamento intenzionale. I socialdemocratici sostengono che la Commissione sia pronta da tempo a finalizzare il rapporto e a presentare il disegno di legge al Parlamento. Mauri Peltokangas, presidente del Comitato amministrativo e membro del partito dei Finlandesi, ha negato categoricamente che il Parlamento stia ricorrendo a tattiche di ostruzionismo. Il Ministero dell'Interno ha aggiunto che è necessario garantire la disponibilità di sistemi tecnici adeguati e di modelli di controllo efficaci prima di procedere con la fase di transizione.
Pihla Keto-Huovinen, vicepresidente del gruppo Kokoomus nella commissione, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni le decisioni più delicate si starebbero spostando dal piano tecnico della Commissione a quello politico dei vertici del partito. La questione centrale non è solo l'impatto potenziale di una massiccia campagna pubblicitaria durante la primavera elettorale, ma anche il rischio che la riforma venga rimessa in discussione durante i negoziati di governo, qualora il nuovo modello dovesse generare critiche nei primi mesi di implementazione.
Un altro aspetto cruciale riguarda le norme che regolamentano il marketing del gioco d'azzardo. La Commissione di Diritto Costituzionale ha espresso preoccupazioni riguardo alla vaghezza di alcune formulazioni del disegno di legge, in particolare il riferimento al "marketing moderato", considerato eccessivamente aperto a interpretazioni soggettive. Senza una definizione più precisa, potrebbe risultare difficile applicare in modo coerente le regole del mercato, specialmente in un contesto di forte concorrenza tra operatori internazionali pronti a investire in campagne aggressive per conquistare quote di mercato.
La decisione finale sulla riforma sembra quindi dipendere più dalle dinamiche interne alla coalizione di governo che dal lavoro della Commissione amministrativa. Il Partito della Coalizione, che ha sempre sostenuto l'introduzione di un sistema di licenze, sta valutando attentamente il potenziale impatto politico del momento in cui la legge entrerà in vigore. Le prossime mosse dovrebbero emergere da un confronto diretto tra i leader dei partiti di governo, un segnale che indica come la questione abbia ormai superato i confini del dibattito tecnico per trasformarsi in una delicata questione di equilibri politici.
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