Secondo Patrick Gelsinger, ex CEO di Intel, il percorso per riportare l'industria dei semiconduttori statunitense ai fasti di un tempo sarà lungo e tortuoso, richiedendo decenni anziché anni. Questa dichiarazione, rilasciata durante un'intervista al Nikkei Asian Review a Tokyo, sottolinea una visione più sobria rispetto alle precedenti stime, spesso ottimistiche, sull'argomento.
Gelsinger, ora general partner del fondo d'investimento Playground Global, ha evidenziato l'importanza cruciale dell'Asia per il settore dei semiconduttori a livello mondiale. Con un'immagine vivida, ha affermato che, se avesse a disposizione solo due biglietti aerei, sceglierebbe Taiwan e Giappone come destinazioni prioritarie. Taiwan, in particolare, è stata elogiata per la sua infrastruttura autosufficiente e all'avanguardia nella produzione di chip ed elettronica, un ecosistema sviluppatosi nel corso di quattro decenni. Il Giappone, d'altra parte, si distingue per la sua competitività nella produzione di attrezzature e prodotti chimici essenziali per la fabbricazione di componenti semiconduttori.
L'ex CEO di Intel ha inoltre posto l'accento sulla velocità di esecuzione dei progetti a Taiwan, descrivendola come un vero e proprio vantaggio competitivo: "A volte scherzo dicendo che puoi formulare un'idea a colazione, avere un prototipo pronto per pranzo e iniziare la produzione entro cena". Questa agilità, combinata con un ecosistema consolidato, rende Taiwan un attore chiave nel panorama globale dei semiconduttori.
Nonostante riconosca le sfide che gli Stati Uniti devono affrontare, Gelsinger si è detto fiducioso che gli sforzi governativi e aziendali porteranno a risultati positivi nel lungo periodo. Ha minimizzato il divario di costi tra la produzione di chip a Taiwan e negli USA, sottolineando che le attrezzature hanno un costo simile in entrambi i paesi e che l'automazione contribuirà a ridurre le differenze salariali. Inoltre, ha espresso ottimismo sulla disponibilità di forza lavoro qualificata negli Stati Uniti, data la sua vasta popolazione di circa 340 milioni di persone.
Guardando al futuro, Gelsinger ha previsto un'era di intensa innovazione e crescita nel campo dell'intelligenza artificiale (IA) nei prossimi due o tre decenni. Tuttavia, ha avvertito che la carenza di energia potrebbe rappresentare un ostacolo significativo. La domanda di IA, infatti, sta raddoppiando ogni anno, mentre la capacità di generazione di energia a livello globale aumenta solo del 4-5%. Questa discrepanza potrebbe limitare lo sviluppo e l'implementazione di nuove tecnologie basate sull'IA.
Per quanto riguarda l'applicazione dell'IA nella robotica, Gelsinger ritiene che i robot umanoidi non saranno una realtà diffusa nel settore consumer nel breve termine. Tuttavia, prevede un'adozione più rapida nella robotica industriale, dove i compiti sono più specifici e l'ambiente è più controllato. La sfida principale, secondo lui, risiede nella difficoltà di addestrare i robot ad adattarsi alla variabilità e imprevedibilità degli ambienti domestici.
Infine, affrontando il tema dell'influenza della geopolitica sul progresso tecnologico, Gelsinger ha espresso la convinzione che la tecnologia troverà sempre il modo di avanzare: "La geopolitica non è mai stata il fattore determinante nella corsa tecnologica. L'unico modo per vincere è essere leader nella tecnologia stessa". Questa affermazione sottolinea l'importanza dell'innovazione e della leadership tecnologica come motori fondamentali del progresso, indipendentemente dalle dinamiche geopolitiche in corso.
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