Google cambia le regole del consenso: l'Antitrust approva le modifiche

L'AGCM chiude l'istruttoria dopo l'impegno di Google a rendere più trasparente la richiesta di consenso per l'uso dei dati personali

Google cambia le regole del consenso: l'Antitrust approva le modifiche

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha ufficialmente chiuso l'istruttoria avviata nel luglio 2024 nei confronti di Google, accettando gli impegni presentati dall'azienda per modificare le modalità di richiesta del consenso al "collegamento" dei propri servizi. La decisione, annunciata il 21 novembre 2025, fa seguito a un'indagine che ha evidenziato criticità nella trasparenza e nella libertà di scelta degli utenti riguardo all'uso dei loro dati personali.

L'indagine dell'Antitrust, condotta in coordinamento con la Commissione Europea in base all'articolo 5(2) del Digital Markets Act (DMA), si è concentrata sulla richiesta di consenso necessaria per consentire l'uso combinato e incrociato dei dati personali provenienti dai vari servizi di Google, inclusi quelli legati all'intelligenza artificiale di Gemini. L'autorità ha ritenuto che le versioni precedenti della richiesta di consenso non garantissero un livello sufficiente di trasparenza e potevano influenzare gli utenti verso scelte non pienamente consapevoli.

Le criticità principali emerse durante l'istruttoria riguardavano tre aspetti chiave. In primo luogo, la mancanza di informazioni chiare sull'effettivo oggetto del consenso, con Google che si limitava a parlare di "collegamento dei servizi" senza specificare che ciò implicava la condivisione di dati personali tra una vasta gamma di prodotti. In secondo luogo, la presentazione limitata dell'elenco dei servizi interessati, senza menzionare i servizi non-CPS (core platform services) e senza indicare la base normativa prevista dal DMA. Infine, un meccanismo di richiesta potenzialmente pressante, che bloccava temporaneamente l'accesso a servizi come Search, Play e YouTube fino a quando l'utente non avesse preso una decisione, avvertendo che il rifiuto avrebbe potuto limitare "alcune funzionalità".

Per rispondere alle preoccupazioni dell'Antitrust, Google ha presentato una serie di impegni che sono stati ritenuti idonei a eliminare le criticità riscontrate. In primo luogo, Google modificherà la richiesta di consenso specificando chiaramente che il collegamento dei servizi comporta la condivisione di dati personali e inserendo un riferimento diretto all'articolo 5(2) del DMA, con un link alla norma. Sarà inoltre indicata la presenza dei servizi non-CPS, con la possibilità di consultare l'elenco completo. Il testo verrà riformulato per spiegare che, se i servizi non sono collegati, la maggior parte delle funzionalità rimane invariata, mentre solo alcune attività basate sulla condivisione dei dati potrebbero essere limitate.

Inoltre, Google modificherà il modo in cui viene presentato il processo decisionale, rendendo più visibile la possibilità di rinviare la scelta (portando a tre il numero dei rinvii possibili su Search, Play e YouTube) e riorganizzando la pagina dedicata alla personalizzazione per rendere evidente che l'utente può collegare solo i servizi che desidera. Anche il pulsante che consente di selezionare tutti i servizi verrà adeguato in modo da permettere, allo stesso tempo, la selezione o la deselezione completa. Oltre alle modifiche al testo, Google dovrà inviare una comunicazione individuale a tutti gli utenti che avevano già espresso una preferenza, riepilogando la decisione presa e fornendo tutte le informazioni che ora verranno incluse nella nuova richiesta, con collegamenti all'elenco dei servizi, alla base normativa e alle impostazioni per rivedere le proprie decisioni.

Secondo la delibera dell'AGCM, Google dovrà attuare integralmente gli impegni entro centottanta giorni. L'Autorità si riserva il diritto di riaprire il procedimento in caso di mancata attuazione, variazioni delle condizioni o informazioni inesatte fornite durante l'istruttoria. In caso di inottemperanza, sono previste sanzioni pecuniarie che possono variare da 10.000 a 10.000.000 di euro, con la possibilità di sospendere l'attività fino a trenta giorni nei casi di reiterazione. Il provvedimento sarà pubblicato nel Bollettino dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Il Codacons ha accolto positivamente l'intervento dell'Autorità, sottolineando l'enorme valore economico dei dati personali degli utenti, che consentono attività di profilazione, pubblicità personalizzata e vendita di servizi e prodotti. L'associazione ha espresso preoccupazione per le modalità spesso "subdole" con cui tali informazioni vengono raccolte, auspicando che qualunque richiesta di consenso e qualunque informazione sull'uso dei dati personali sia sempre chiara e trasparente, per permettere agli utenti di comprendere chi utilizza i loro dati, con quali modalità e con quali conseguenze, non solo in termini di privacy ma anche sotto il profilo economico. La decisione dell'AGCM rappresenta un passo importante verso una maggiore tutela dei consumatori e una maggiore trasparenza nel mondo digitale, in un'era in cui i dati personali sono diventati una risorsa sempre più preziosa e strategica.

Pubblicato Venerdì, 21 Novembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Venerdì, 21 Novembre 2025

Marco P.

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