Il Consiglio di Stato, attraverso la sua Sezione Quinta, ha emesso una sentenza di rilievo contro l'appello di diverse società operanti nel settore del gioco lecito. Questo giudizio è stato determinante nel riconfermare le decisioni precedentemente assunte dal Tar Lazio con la sentenza n. 10594 del 2024. Al centro del dibattito vi era la nota emessa dalla Regione Lazio l'11 gennaio 2023, avente lo scopo di fornire chiarimenti importanti circa l'applicazione della legge regionale n. 5 del 2013. Questa legge, successivamente modificata dalla n. 16 del 2022, mira a prevenire e combattere il fenomeno del gioco d'azzardo patologico (GAP), garantendo una regolamentazione scrupolosa delle sale gioco della regione.
L'importanza di questa sentenza risiede nella sua conferma del primato della salute pubblica rispetto alla libertà di iniziativa economica. Le misure implementate dalla Regione Lazio sottolineano un approccio chiaro e incisivo verso la regolamentazione del gioco d'azzardo, che richiede l'installazione di orologi di grandi dimensioni, cartelli informativi con dettagli sui servizi di supporto offerti dalle ASL, e sistemi di allarme acustico per garantire il rispetto delle pause di gioco ogni trenta minuti.
La discussione è stata innescata dalle contestazioni dei gestori delle sale gioco e delle strutture di bingo, che hanno impugnato la nota della Regione Lazio, lamentando un disallineamento rispetto alle competenze statali in materia di ordine pubblico e sicurezza, oltre a sollevare preoccupazioni di carattere costituzionale. Tra le altre questioni sollevate, si evidenziava il timore che tali prescrizioni minassero la libertà imprenditoriale e fossero, in alcuni casi, tecnicamente complesse da applicare senza aggiornamenti significativi ai software esistenti.
Tuttavia, il Consiglio di Stato ha delineato con precisione che la nota regionale aveva una natura esclusivamente applicativa e non vincolante, lasciando un margine di flessibilità ai gestori per attuare soluzioni alternative pur rispettando lo scopo fondamentale della normativa. In altre parole, agli imprenditori del settore è concessa la facoltà di adottare modalità diverse per conformarsi alle regole, purché queste non compromettano l'obiettivo di tutelare la salute pubblica.
La sentenza ha inoltre confermato che la Regione Lazio si è mossa entro i confini della sua competenza concorrente concernente la tutela della salute, una posizione corroborata dalla Corte costituzionale. Le disposizioni adottate mirano espressamente alla prevenzione della ludopatia, considerata un problema rilevante e prioritario superiore rispetto agli interessi economici delle imprese coinvolte. Questa decisione esclude qualsiasi conflitto con la normativa statale delegata all'ordine pubblico e sicurezza, accentuando il focus sulla salute dei cittadini.
Sulla scia di queste considerazioni, le critiche relative alla presunta impraticabilità tecnica degli obblighi imposti sono state respinte. Secondo il Consiglio di Stato, le misure introdotte non richiedono modifiche sostanziali alle infrastrutture hardware o software esistenti, bensì possono essere soddisfatte tramite accorgimenti organizzativi. Questo può includere l'uso di messaggi visivi o sonori all'interno delle strutture per assicurare che i giocatori rispettino le pause previste e siano costantemente informati sui rischi del gioco d'azzardo.
Nel suo complesso, la pronuncia del Consiglio di Stato rappresenta un passo significativo verso un modello di regolamentazione del gioco d'azzardo che non solo rispetta le esigenze del settore privato, ma soprattutto protegge il benessere e la salute dei cittadini. Tale equilibrata visione legislativa rafforza l’importanza della tutela della salute nei confronti delle libertà economiche, fungendo da precedente cruciale per il futuro del gioco lecito in Italia.