Il recente parere dell'avvocato generale Emiliou può segnare un punto di svolta fondamentale nel settore del gioco d'azzardo online. La questione, al centro del caso C‑77/24, riguarda se la legislazione del paese del consumatore, e non quella della nazione in cui ha sede la società di gambling, prevalga nelle controversie legali.
La vicenda ha le sue radici nella denuncia di TE, un cittadino austriaco, che tra il 2019 e il 2020 ha partecipato a giochi online sulla piattaforma www.drueckglueck.com, gestita dalla società Titanium, con sede a Malta. Sebbene la società operasse con una regolare licenza maltese, essa mancava di autorizzazione secondo la legge austriaca, che riserva il monopolio statale sull'organizzazione di giochi. TE ha intentato una causa contro i dirigenti ex amministratori di Titanium, NM e OU, per ottenere un risarcimento di 18.500 euro, cifra persa in operazioni di gioco ritenute illecite in Austria.
Al centro del dibattito giuridico vi sono due elementi fondamentali di chiarimento richiesti dalla Corte suprema austriaca. Il primo riguarda l'applicabilità del regolamento Roma II (Reg. CE n. 864/2007) al caso in questione, escluse le azioni di responsabilità derivanti dal diritto societario secondo l’articolo 1(2)(d), mentre il secondo si riferisce a quale legge debba essere applicata, secondo l’articolo 4(1), che considera il luogo in cui si è manifestato il danno.
Emiliou ha indicato il suo supporto alla competenza del regolamento Roma II, sottolineando che l'azione di responsabilità contro i dirigenti non si inquadra nel diritto societario. Infatti, la legge austriaca sul gioco rappresenta una normativa generale e protettiva, applicabile universalmente senza legami specifici con amministratori aziendali. Ha aggiunto che il danno risultante dalle scommesse si è manifestato in Austria, poiché è da lì che TE ha giocato, stabilendo quindi la legge austriaca come applicabile al caso.
Questa opinione ha il potenziale di influenzare significativamente il settore del gioco online transfrontaliero, mettendo in discussione l'equilibrio tra la libera prestazione dei servizi nell'UE e la protezione dei consumatori secondo norme locali. La sentenza definitiva della Corte potrebbe avere ricadute su numerosi casi simili avviati in Austria e Germania contro operatori con licenza rilasciata da Malta.
È importante sottolineare che il parere dell'avvocato generale non è legalmente vincolante; tuttavia, spesso queste opinioni precedono il verdetto della Corte. Pertanto, la decisione attesa nei prossimi mesi può creare un precedente che guida le future relazioni tra mercati nazionali delle licenze e il mercato interno europeo del gambling.
Essenzialmente, l'esito del caso promuove un'importante tutela per i consumatori: giocatori online nell'UE possono fare causa rispetto alla legislazione del loro paese, anche se l'operatore è autorizzato in un altro Stato membro. Questo parere non solo tutela i consumatori, ma calza in un periodo in cui il gioco d'azzardo online cresce esponenzialmente, imponendo una riflessione su licenze e leggi che regolano questi ambienti digitali, con Malta che rimane uno dei principali attori.