Un recente terremoto di magnitudo superiore a 6 gradi della scala Richter ha colpito la regione di Tohoku, in Giappone, mettendo in luce, ancora una volta, la vulnerabilità dell'arcipelago nipponico all'attività sismica. Le conseguenze del sisma si sono fatte sentire anche sul fronte della produzione di memorie NAND, con ripercussioni potenzialmente significative per il mercato globale.
In particolare, gli impianti di Kioxia, uno dei principali produttori mondiali di memorie NAND, situati nei pressi dell'epicentro, hanno subito un'interruzione della produzione a causa di scosse di magnitudo 4. Questo stop forzato aggrava ulteriormente una situazione già critica, caratterizzata da una crescente difficoltà di approvvigionamento di memorie allo stato solido (SSD).
Secondo quanto riportato da TrendForce, citando fonti di stampa giapponesi, la prefettura di Iwate, anch'essa colpita dal terremoto, ospita anche stabilimenti di Tokyo Electron, un importante fornitore di apparecchiature per la litografia. Fortunatamente, quest'ultima azienda ha comunicato che i suoi impianti locali non hanno subito danni a seguito del sisma. Gli stabilimenti di Tokyo Electron sono specializzati nella produzione di attrezzature per la deposizione di film sottili su wafer di silicio e per la loro successiva rimozione, processi cruciali nella fabbricazione di chip.
La situazione di scarsità di memorie NAND sul mercato globale è ulteriormente esacerbata dal boom dell'intelligenza artificiale (AI). La crescente domanda di SSD ad alte prestazioni per i data center dedicati all'AI ha generato una forte pressione sui prezzi e sulle disponibilità. Eventi imprevisti come i terremoti non fanno altro che peggiorare la situazione, alimentando le preoccupazioni per un'ulteriore impennata dei costi e per possibili ritardi nelle consegne.
Nella prefettura di Iwate, non lontano dall'area colpita dal sisma, si trova anche uno stabilimento di Toshiba dedicato alla produzione di chip e sensori di immagine. Inoltre, nella stessa zona ha sede Japan Semiconductor Corporation, con un impianto specializzato nella produzione di componenti logici a semiconduttore, chip analogici ed elettronica di potenza. Al momento non si hanno notizie di danni a questi impianti, ma la situazione rimane sotto stretta osservazione.
Anche Rapidus, l'azienda impegnata nello sviluppo di chip a 2nm sull'isola di Hokkaido, potrebbe aver subito conseguenze a causa del terremoto. Sebbene l'intensità delle scosse nell'area del suo stabilimento abbia raggiunto magnitudo 5, Rapidus ha dichiarato che le apparecchiature e gli edifici non hanno subito danni, e che il personale locale è al sicuro.
La fragilità della catena di approvvigionamento globale, in particolare nel settore dei semiconduttori, è un tema sempre più attuale. Eventi come questo terremoto in Giappone evidenziano la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e di investire in tecnologie che consentano di mitigare i rischi legati a eventi naturali e geopolitici. Le conseguenze di questa interruzione produttiva potrebbero farsi sentire nei prossimi mesi, con possibili aumenti dei prezzi e difficoltà di approvvigionamento per i produttori di dispositivi elettronici e per i consumatori finali. Il settore resta in allerta, monitorando attentamente l'evoluzione della situazione e valutando le possibili contromisure per limitare l'impatto di questo evento imprevisto.
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