Arezzo è stata teatro di un grave episodio di violenza durante un torneo di calcio giovanile, il memorial “Mirko Poggini”, riservato agli under 13, proprio nella giornata di domenica 8 giugno. Un giovane arbitro è stato brutalmente aggredito dopo la partita dal padre di uno dei partecipanti, che con rabbia cieca si è introdotto negli spogliatoi riservati ai direttori di gara. Secondo quanto riportato dalle ricostruzioni, l’uomo, 40enne e residente nel territorio pesarese, era infuriato per il risultato del match tra la squadra locale e quella del vivaio della Vis Pesaro.
L’aggressore, senza alcun segno di provocazione apparente e in modo del tutto ingiustificato, ha colpito il giovane arbitro con calci, pugni e addirittura una sedia, causando lesioni per le quali è stato necessario un immediato intervento medico. L'episodio ha riacceso i riflettori su un problema ormai dilagante e tristemente familiare nel mondo del calcio giovanile, quello della violenza nei confronti degli arbitri. Soltanto qualche mese fa, agli inizi di aprile, un evento analogo avvenuto in Sicilia aveva spinto l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) a oscurare per alcune ore il proprio sito web, mostrando un chiaro segnale contro la non violenza.
Grazie alla collaborazione dei dirigenti delle squadre presenti al torneo, l’uomo è stato identificato e successivamente denunciato alle forze dell’ordine con l’accusa di lesioni personali aggravate. Il presidente dell’AIA, Antonio Zappi, ha confermato la denuncia e ha colto l’occasione per lanciare un appello accorato alle istituzioni politiche. “Ci troviamo di fronte a una vera emergenza sociale”, ha dichiarato. “Chiediamo un aiuto concreto alla politica affinché ci sia una modifica del codice penale. Era già stato ipotizzato nel contesto del Decreto sicurezza, ora speriamo in un intervento legislativo più deciso e imminente”.
Nel corso della sua dichiarazione, Zappi ha rivelato che sono più di 200 gli episodi di violenza registrati dall'inizio della stagione, un dato allarmante che sottolinea la necessità di un intervento tempestivo. Ha inoltre ricordato che l'ultimo Consiglio federale ha istituito un nuovo organismo per il monitoraggio e contrasto della violenza, e l'auspicio è che molto presto anche l’ordinamento sportivo possa dotarsi degli strumenti necessari per innalzare i livelli di repressione e formazione culturale contro coloro che non accettano le decisioni arbitrali.
Secondo Zappi, l’aggressione non è stata causata da una decisione tecnica controversa o da un episodio scatenante durante la gara, ma rappresenta un atto di follia gratuita e del tutto immotivata, un elemento che rende il fatto ancora più grave. Riflettendo sull’incidente, egli spera in un cambiamento culturale e normativo che possa garantire una maggiore sicurezza agli ufficiali di gara e a chiunque si trovi sui campi di gioco, affinché episodi simili non si ripetano mai più. La condanna unanime di questa violenza dovrebbe far riflettere sull'importanza di promuovere i valori del rispetto e della sportività, imprescindibili nel mondo dello sport giovanile e non solo.