Gli editori italiani lanciano l'allarme: l'AI Overview di Google sta danneggiando gravemente l'editoria online. La FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) ha presentato un reclamo formale all'Agcom, chiedendo un intervento urgente per contrastare le pratiche che, a loro dire, violano il Digital Services Act (DSA) e mettono a rischio la sostenibilità economica del settore. Contemporaneamente, l'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) sta promuovendo un'azione simile presso i Coordinatori dei Servizi Digitali di altri paesi dell'UE, con l'obiettivo di spingere la Commissione Europea ad aprire un procedimento formale.
La critica principale riguarda due strumenti di Google: AI Overview e, più recentemente, AI Mode. AI Overview, introdotto in Italia a marzo, è quel box che compare in cima ai risultati di ricerca e che fornisce una risposta sintetica alla domanda dell'utente. Secondo la FIEG, questo sistema induce gli utenti a non cliccare sui link delle fonti originali, causando una perdita di traffico e, di conseguenza, di entrate pubblicitarie per gli editori. Le entrate pubblicitarie, per l'editoria online, sono una fonte di sostentamento essenziale.
AI Mode, invece, è una versione più evoluta di AI Overview. Questa nuova funzionalità, disponibile in Italia da poco tempo, è in grado di fornire risposte ancora più complete e dettagliate, spesso sotto forma di tabelle comparative o analisi approfondite. Ad esempio, se un utente cerca un confronto tra diversi metodi di preparazione del caffè, AI Mode genera una tabella che mette a confronto gusto, facilità d'uso e strumenti necessari. In questo modo, l'utente ottiene una risposta esaustiva senza dover consultare diversi siti web, riducendo ulteriormente il traffico verso le fonti editoriali.
La FIEG accusa Google di comportarsi come un "traffic killer", anteponendo le proprie risposte generate dall'AI ai risultati di ricerca tradizionali e privando gli editori della visibilità necessaria per sostenere le proprie attività. Questa pratica, secondo la federazione, non solo danneggia le aziende editoriali, ma minaccia anche la diversità dei media e la qualità dell'informazione. La riduzione della visibilità delle fonti originali, infatti, favorisce la diffusione di notizie incomplete o inaccurate, aumentando il rischio di disinformazione nel dibattito pubblico.
La situazione è particolarmente delicata in un contesto in cui l'editoria online è già alle prese con le sfide della digitalizzazione e della concorrenza delle piattaforme social. La dipendenza dalla pubblicità online rende gli editori vulnerabili ai cambiamenti negli algoritmi dei motori di ricerca e alle nuove tecnologie. La richiesta di intervento all'Agcom e alla Commissione Europea rappresenta un tentativo di ristabilire un equilibrio e garantire una concorrenza leale tra Google e i produttori di contenuti editoriali.
Il caso solleva importanti questioni sul ruolo dell'AI nella distribuzione dell'informazione e sulla necessità di regolamentare le pratiche delle grandi piattaforme tecnologiche. Mentre l'AI offre indubbi vantaggi in termini di accesso all'informazione e semplificazione della ricerca, è fondamentale che il suo sviluppo non comprometta la sostenibilità economica dell'editoria e la pluralità delle voci nel panorama informativo. La decisione dell'Agcom e le eventuali azioni della Commissione Europea avranno un impatto significativo sul futuro dell'editoria online e sulla qualità dell'informazione in Italia e in Europa.