Antitrust nel mirino Meta: Abuso di posizione dominante con WhatsApp?

L'AGCM estende l'indagine sulle restrizioni per i chatbot concorrenti e valuta misure cautelari urgenti. Codacons plaude all'iniziativa

Antitrust nel mirino Meta: Abuso di posizione dominante con WhatsApp?

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha annunciato l'ampliamento dell'indagine su Meta, la società guidata da Mark Zuckerberg, per presunto abuso di posizione dominante attraverso WhatsApp. La decisione fa seguito all'introduzione dei nuovi WhatsApp Business Solution Terms, le regole che disciplinano l'utilizzo di WhatsApp da parte delle aziende, in vigore dal 15 ottobre 2025.

Il fulcro della controversia risiede nell'esclusione dalla piattaforma di tutte le imprese che offrono servizi di AI Chatbot in concorrenza con Meta AI. In sostanza, le aziende che sviluppano chatbot alternativi a quelli proposti da Meta non potranno più operare tramite WhatsApp, una mossa che, secondo l'AGCM, potrebbe frenare l'innovazione e lo sviluppo tecnico nel settore, limitando l'offerta a disposizione di imprese e consumatori.

L'Autorità ha inoltre sottolineato come l'integrazione progressiva di nuovi strumenti e funzioni basate su Meta AI all'interno di WhatsApp rischi di rendere ancora più difficile per gli operatori esterni competere nel mercato. Tale scenario configura, secondo l'AGCM, una potenziale violazione dell'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che disciplina l'abuso di posizione dominante.

Parallelamente all'estensione dell'indagine, l'Antitrust ha avviato una procedura per l'adozione di eventuali misure cautelari immediate, ritenendo che le nuove condizioni imposte da Meta possano causare un danno grave e difficilmente recuperabile per la concorrenza. L'Autorità evidenzia come la scarsa propensione degli utenti a cambiare app di messaggistica renda il mercato di fatto non contendibile, qualora i chatbot concorrenti vengano esclusi da WhatsApp.

Il Codacons ha accolto con favore l'iniziativa dell'Antitrust, ricordando di aver presentato una denuncia a marzo che ha portato all'apertura del procedimento nel luglio scorso. L'associazione contesta l'introduzione automatica, all'interno di WhatsApp, dell'assistente Meta AI senza il consenso esplicito degli utenti, una scelta che, secondo il Codacons, danneggia le imprese che sviluppano chatbot alternativi, escludendole dalla piattaforma e limitando la pluralità dell'offerta per i circa 37 milioni di utenti italiani di WhatsApp.

A questo si aggiunge un ulteriore fronte per Meta: il ricorso inibitorio discusso il 14 novembre 2025 davanti al Tribunale di Roma, promosso dal Codacons insieme ad Adusbef e Assourt, che mira a impedire l'accesso dei minori a Instagram. In caso di accoglimento del ricorso, Meta sarebbe obbligata a bloccare centinaia di migliaia di profili in Italia e ad adottare misure tecniche più stringenti per impedire l'accesso agli under 18.

La vicenda solleva interrogativi cruciali sul ruolo delle grandi piattaforme digitali e sulla necessità di garantire un ambiente competitivo equo, tutelando l'innovazione e i diritti dei consumatori. L'indagine dell'Antitrust potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro del mercato dei chatbot e sull'utilizzo di WhatsApp da parte delle aziende in Italia.

Pubblicato Mercoledì, 26 Novembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 26 Novembre 2025

Marco P.

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