Il calcolo del numero Pi Greco è da tempo un banco di prova per la potenza di calcolo dei processori, in particolare per le operazioni in virgola mobile. Tuttavia, con l'aumentare della precisione richiesta, la sfida si è spostata sempre più verso l'ottimizzazione della memoria, dell'architettura di input/output e dei sistemi di storage. Un team di StorageReview ha dimostrato questo concetto in modo eclatante, stabilendo un nuovo record mondiale: il calcolo di 314 trilioni di cifre del Pi Greco utilizzando un singolo server a due unità rack in un periodo di quattro mesi.
Per raggiungere una tale precisione, è necessario un sistema di storage di dimensioni considerevoli, dato che si lavora con numeri composti da trilioni di cifre. Nel 2022, Google aveva stabilito un record di 100 trilioni di cifre utilizzando server cloud. Successivamente, Linus Media Group e Kioxia avevano raggiunto i 300 trilioni di cifre con un cluster Weka e storage condiviso. Ma il team di StorageReview ha voluto superare questo limite utilizzando esclusivamente unità SSD locali.
L'hardware utilizzato per questa impresa è un server Dell PowerEdge R7725, equipaggiato con due processori AMD Epyc a 192 core e 1,5 TB di memoria DDR5. La vera protagonista, però, è la configurazione di storage: un array da 2,5 petabyte composto da 40 SSD Micron 6550 Ion da 61,44 TB ciascuno.
Un fattore cruciale per l'elaborazione rapida di 314 trilioni di cifre è stata la capacità dei server Dell di 17esima generazione di collegare direttamente le unità SSD alle linee PCIe dei processori. Con 40 unità, ognuna ha potuto sfruttare da 2 a 4 linee, raggiungendo una velocità di lettura/scrittura di ben 280 GB/s.
Oltre all'hardware, il team ha implementato diverse ottimizzazioni software. Hanno messo a punto un array temporaneo specifico per gestire i modelli generati dal software y-cruncher, utilizzato per il calcolo del Pi Greco a tale livello di precisione. Hanno, inoltre, sostituito il sistema di raffreddamento ad aria standard del server con un sistema CoolIT AHx10, che ha permesso di mantenere frequenze di clock più elevate per i processori Epyc durante l'intero processo.
L'intero sistema ha consumato circa 1600 W durante il calcolo, un dato notevole in termini di efficienza. Come sistema operativo è stato scelto Ubuntu 24.04.2, che, secondo i ricercatori, ha fornito risultati migliori rispetto a Windows Server. Questo risultato dimostra come l'innovazione nell'architettura di storage e l'ottimizzazione del software possano spingere i limiti del calcolo scientifico, aprendo nuove frontiere nella ricerca e nello sviluppo.


