Nel pieno fermento dello shopping natalizio del 2025, Perplexity lancia una sfida nel mondo delle piattaforme AI con un personal shopper digitale, gratuito per gli utenti statunitensi. L'azienda lo descrive come un servizio che mette al centro l'utente, ricordando l'interazione con un consulente in carne e ossa. Questa tendenza, già intrapresa da giganti come OpenAI e Google, indica che la ricerca di prodotti tramite agenti conversazionali diventerà presto una pratica comune online.
Il meccanismo è intuitivo: si descrive ciò che si cerca, si precisa la richiesta, si ricevono schede prodotto con recensioni e dettagli tecnici e, se possibile, si acquista direttamente da Perplexity tramite rivenditori che supportano PayPal. Il valore aggiunto, secondo l'azienda, è la capacità dell'assistente di memorizzare dettagli delle ricerche precedenti per affinare i risultati futuri. Ad esempio, se un utente ha cercato una giacca per affrontare il tragitto in traghetto a San Francisco, il sistema terrà conto di questo contesto nel consigliare un paio di stivali.
Attualmente, il servizio è disponibile su desktop e web, con le versioni iOS e Android in arrivo nelle prossime settimane. La partnership con PayPal, tramite la funzione “Instant Buy”, è un elemento cruciale della strategia, consentendo ai commercianti di mantenere un contatto diretto con i clienti anche se la scoperta del prodotto avviene su un'altra piattaforma. Questa mossa rappresenta una risposta al cosiddetto “problema DoorDash”: piattaforme che diventano intermediari così importanti da compromettere la relazione tra consumatori e negozi, un timore per chi vive di vendite online. Perplexity mira a evitare questo scenario, facilitando invece una connessione più diretta tra venditori e acquirenti.
Nel presentare questa novità, Perplexity critica i metodi tradizionali di ricerca prodotti, sostenendo che le barre di ricerca sono limitanti e puntando il dito contro i media che si affidano alle affiliazioni, accusati di non dare sempre priorità alle esigenze reali dei lettori. L'azienda si posiziona come un'alternativa trasparente e orientata all'utente.
È significativo che Perplexity preferisca il termine “assistenti” a “chatbot”, suggerendo un approccio meno automatizzato e più collaborativo, in linea con la crescente tendenza degli “agent”, sistemi progettati per operare in modo sempre più indipendente. Tuttavia, l'assistente shopping non raggiunge tale autonomia: non effettua acquisti per conto dell'utente, ma semplifica le scelte, organizza le informazioni e crea un percorso più coerente tra una ricerca e l'altra, offrendo un'esperienza di shopping più personalizzata ed efficiente.
Resta da vedere quando questo servizio sarà disponibile in Italia e come gli utenti accoglieranno l'idea di un assistente che memorizza le loro preferenze, un aspetto che solleva interrogativi sulla privacy e sulla gestione dei dati personali. In un'era in cui la personalizzazione è sempre più spinta, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra comodità e protezione della privacy.
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