Inter, triplete sfumato nel segno del tre

Perdere un derby fa sempre male, ma farlo per 3-0 e dire addio al sogno triplete è un colpo durissimo. L’Inter si ferma in semifinale di Coppa Italia, travolta da un Milan spietato che non solo avanza in finale, ma estromette i nerazzurri dalla corsa al tanto agognato triplete. Una sconfitta che rischia di lasciare strascichi pesanti, soprattutto a livello mentale, in una squadra che ora dovrà reagire subito in campionato, a partire dalla delicata sfida di domenica contro la Roma. Il Napoli, intanto, è pronto a sfruttare ogni passo falso per allungare verso lo scudetto.

Il ko dell’ultimo minuto a Bologna ha già minato qualche certezza, e il crollo nel derby potrebbe aggravare la situazione. Due sconfitte di fila, per una squadra abituata a vincere, possono rappresentare un ostacolo difficile da superare, soprattutto in un momento cruciale della stagione. Il cammino in campionato e in Champions si decide ora, e il tris del Milan rischia di pesare sul morale di un’Inter apparsa stanca e svuotata.

Le parole di Barella dopo Bologna – “Una sconfitta è sempre difficile da digerire, ma non deve essere una scusante” – suonano oggi come un monito. Non tanto per la prestazione, visto che i nerazzurri hanno tenuto il pallino del gioco per buona parte del match, quanto per l’assenza di reazione. Ed è proprio questa mancanza di carattere a preoccupare maggiormente.

Il finale di stagione resta aperto a ogni scenario: dal possibile double fino al temuto "zero tituli", espressione cara a José Mourinho che aleggia come un fantasma tra i corridoi di Appiano Gentile. La trasferta contro la Roma potrebbe già dire molto sull'impatto psicologico del derby perso: sarà il momento della verità. Reagire o affondare.

I tifosi dell’Inter, naturalmente, sperano nel riscatto. Sperano in una squadra furiosa, determinata a conquistare il 21° scudetto e una Champions che manca da 15 anni. Ma ora la palla, e soprattutto la responsabilità, passa a Simone Inzaghi. Il tecnico dovrà risvegliare lo spirito guerriero del suo gruppo. Al secondo gol subito nel derby è apparso rassegnato, con cambi affrettati e un linguaggio del corpo che ha trasmesso nervosismo più che lucidità.

Adesso serve un cambio di marcia, mentale prima ancora che tattico. Perché il finale di stagione non ammette esitazioni. Inzaghi deve ritrovare la grinta che ha reso l’Inter una squadra temibile. Solo così potrà portare la nave nerazzurra in un porto sicuro, magari dove si festeggia e non ci si limita a leccarsi le ferite.