Nel mondo del calcio, spesso si tende a complicare un gioco che, nelle parole di Massimiliano Allegri, appare invece molto semplice. "Bisogna fare due cose: la fase offensiva e quella difensiva, e farle bene tutte e due". Con questo mantra, Allegri ha riportato al Milan un'identità di gioco di cui si sentiva la mancanza. Dopo quattro partite del suo nuovo mandato, lo stile diretto e pragmatico del tecnico ha già riportato risultati evidenti. Questa filosofia, pur essendo una sorta di ritorno al passato, si è dimostrata efficace e ha convinto persino i tifosi rossoneri più scettici.
La recente trasferta a Udine ha evidenziato una squadra capace di dominare la partita senza fronzoli, ma grazie a un gioco lineare e preparato. Nonostante sia ancora prematuro trarre conclusioni definitive, soprattutto in vista del difficile incontro con il Napoli, i primi accenni di cambiamento sono evidenti. I tifosi possono sognare in grande, ma realisticamente è ancora necessario testare la squadra contro avversari di calibro maggiore.
Tuttavia, i numeri sono promettenti: tre vittorie consecutive e tre clean sheet, una situazione che non si vedeva da oltre due anni. Sotto la precedente guida di Stefano Pioli, mantenere la porta inviolata non era una priorità assoluta. Con Allegri, invece, la solidità difensiva è tornata a essere centrale. Maignan e Terracciano, i portieri, hanno vissuto serate piuttosto tranquille, sintomo di un pressing organizzato e di una difesa che non concede occasioni pericolose.
Allegri ha saputo instillare disciplina e organizzazione in una squadra che sembrava smarrita. Il tecnico ha richiesto ed ottenuto giocatori chiave per entrambe le fasi del gioco, rendendo il Milan una squadra compatta e ben calibrata. Un esempio è Modric, il regista che, nonostante l'età, detta ancora i tempi di gioco con verticalizzazioni incisive. Adrien Rabiot rappresenta un altro tassello fondamentale: la sua duttilità permette a Allegri di orchestrare il centrocampo con sicurezza, senza esagerare ma con precisione chirurgica. Persino Fofana, oggetto di critiche in passato, ha ritrovato il suo ruolo al centro del campo, contribuendo sia alla fase difensiva che a quella offensiva, segno di un'evoluzione tattica che lo ha portato anche a segno questa stagione.
Un ulteriore capitolo positivo riguarda Christian Pulisic, il quale ha dimostrato di saper esprimere il meglio di sé anche all'interno del sistema di Allegri, interpretando il britannico come un vero e proprio jolly. Con due reti e un assist nella sfida contro l'Udinese, ha dimostrato di poter essere un elemento cardine dello scacchiere dell'allenatore, spazzando via tutte le perplessità estive sul suo posizionamento tattico.
In sintesi, il Milan di Allegri sta ritrovando la sua antica fisionomia. L'obiettivo non è solo quello di vincere, ma farlo con uno stile che possa durare nel tempo. Ancora presto per cantar vittoria, ma la speranza e l'entusiasmo tra i tifosi rossoneri sono palpabili. In un calcio dove spesso si tende a sovrapporre teoria e pratica, Allegri ha riportato in auge una semplicità che, se ben eseguita, porta sempre buoni frutti: attaccare e difendere bene sono uniche chiavi per il successo continuativo in una stagione lunga e densa di appuntamenti importanti.