La recente incursione di OpenAI nel mondo dei social media con Sora, una piattaforma che consente la creazione e la condivisione di video generati dall'intelligenza artificiale, ha suscitato un acceso dibattito. In particolare, la funzione 'cameo', che permette agli utenti di creare deepfake di sé stessi o di altre persone, ha sollevato perplessità e controversie, arrivando persino a coinvolgere gli eredi di figure pubbliche defunte.
Tuttavia, il problema più immediato per OpenAI è di natura legale. La società Cameo, un servizio consolidato che offre la possibilità di acquistare video personalizzati da celebrità, ha contestato l'uso del termine 'cameo' da parte di Sora, rivendicando la violazione del proprio marchio registrato. La questione è stata portata in tribunale e il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Yumi K. Lee, ha emesso un'ordinanza restrittiva temporanea che vieta a OpenAI di utilizzare il termine 'cameo', o qualsiasi termine simile, all'interno dell'applicazione Sora.
L'ordinanza, entrata in vigore il 21 novembre, rimarrà valida fino al 22 dicembre 2025, salvo diverse disposizioni del tribunale. Nel frattempo, è stata fissata un'udienza per il 19 dicembre per esaminare ulteriormente la questione. Nonostante l'ordinanza, sembra che, almeno fino a lunedì, il termine 'cameo' fosse ancora in uso all'interno dell'applicazione Sora.
Steven Galanis, amministratore delegato di Cameo, ha espresso soddisfazione per la decisione del tribunale, sottolineando la necessità di proteggere i consumatori dalla confusione generata dall'uso del marchio Cameo da parte di OpenAI. Pur riconoscendo la natura temporanea dell'ordinanza, Galanis ha auspicato che OpenAI accetti di cessare definitivamente l'uso del marchio, al fine di evitare danni al pubblico e alla società Cameo. OpenAI, dal canto suo, ha manifestato disaccordo, contestando la pretesa di Cameo di avere diritti esclusivi sull'uso del termine 'cameo'.
Questo caso evidenzia le crescenti sfide legali che le aziende di intelligenza artificiale devono affrontare, in particolare in relazione alla proprietà intellettuale e alla protezione del marchio. La rapida evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale solleva questioni complesse che richiedono un'attenta valutazione da parte dei tribunali e dei legislatori. Sarà interessante osservare come si evolverà questa vicenda e quali implicazioni avrà per il futuro dell'innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale e per la tutela dei marchi registrati.
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