La circolare n. 56 del 23 aprile 2025, emanata dalla FIPE–Confcommercio, fornisce un aggiornamento articolato sul complesso scenario normativo che regola l’offerta di giochi con vincita in denaro nei pubblici esercizi, e traccia un quadro chiaro degli obblighi attuali, delle novità in materia di sicurezza e del processo in corso per il riordino dell’intero comparto. Bar, ristoranti e locali di somministrazione alimentare sono infatti autorizzati ad ospitare apparecchi da intrattenimento con vincite limitate (AWP), accettare scommesse o gestire giochi pubblici solo nel rispetto di precise regole amministrative e tributarie.
La materia è regolata dal D.Lgs. n. 496/1948, che attribuisce allo Stato la titolarità esclusiva del gioco pubblico, e dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), in particolare dagli articoli 86 e 110. Gli esercenti devono ottenere specifiche autorizzazioni (SCIA o permesso comunale), iscriversi annualmente al Registro degli Operatori del Gioco (RIES) versando una quota fissa, esporre la tabella dei giochi proibiti e assicurare la formazione del personale. A queste disposizioni si aggiungono ora anche le linee guida introdotte con il Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025 per la prevenzione di atti illeciti nei locali pubblici: un’adesione volontaria che può influenzare la valutazione delle forze dell’ordine in caso di sospensioni di licenze.
Nel sistema attuale, la rete del gaming retail si compone di circa 31.000 esercizi generalisti e oltre 4.500 sale specializzate – come quelle dedicate al bingo, scommesse o VLT – che rientrano in un regime autorizzatorio settoriale più stringente. La distribuzione dell’offerta fisica però si scontra da anni con la frammentazione normativa tra Stato, Regioni e Comuni: differenze significative si registrano sui limiti di distanza dai luoghi sensibili, sugli orari di esercizio e sull’obbligo di formazione del personale. Questa eterogeneità ha rallentato il riordino delle concessioni per bingo, scommesse e apparecchi, che sono state prorogate fino al 31 dicembre 2026.
Un primo tentativo di riforma è stato avviato con il D.Lgs. n. 41/2024, che ha introdotto il nuovo Albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR) per i giochi a distanza, obbligando gli operatori a iscriversi previo versamento di 100 euro. Tuttavia, una sentenza del Tar Lazio (n. 4004/2025) ha precisato che tale obbligo non si applica agli esercenti legati a concessionari in proroga, ma solo a quelli che saranno selezionati tramite future gare. Inoltre, il decreto impone un limite settimanale di 100 euro alle ricariche in contanti, salvo l’uso di strumenti tracciabili, per garantire maggiore trasparenza finanziaria.
In attesa del decreto legislativo per il riordino della rete fisica – ancora oggetto di confronto tra Stato ed enti locali – il comparto resta in una situazione transitoria. La delega fiscale (L. n. 111/2023) prevede l’introduzione di obblighi formativi nazionali per gli operatori, oggi presenti in modo disomogeneo solo in alcune Regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Puglia). Si punta inoltre a un riequilibrio tra prelievi erariali, payout (percentuali destinate alle vincite), aggio ai concessionari e investimenti per la sicurezza.
Il nodo centrale resta la necessità di superare la disomogeneità territoriale che penalizza l’intero comparto e genera incertezza per gli operatori. La nuova regolamentazione dovrà integrare anche la dimensione digitale, promuovendo strumenti innovativi come App di auto-esclusione, accesso controllato ai giochi e sistemi informativi mirati, in grado di rafforzare la tutela dei giocatori e migliorare la qualità dell’offerta.
Nel frattempo, FIPE ed EGP continuano a promuovere iniziative informative e formative, come il webinar “Giochi Pubblici: il punto sul percorso di qualificazione e sicurezza dei punti vendita”, che mira a offrire agli operatori strumenti concreti per affrontare con maggiore consapevolezza e responsabilità l’evoluzione del settore.
In conclusione, la partita per il riordino del gioco pubblico nei pubblici esercizi è ancora aperta. Ma la direzione è chiara: rafforzare la legalità, tutelare i soggetti vulnerabili, garantire trasparenza nei flussi economici e assicurare una formazione qualificata, in un contesto normativo finalmente uniforme e stabile.
Fonte: Jamma.it