Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, nella sua Sezione Terza, ha recentemente ribadito un principio di fondamentale importanza per la sicurezza pubblica, mostrando tolleranza zero verso quei contesti in cui i legami con attività criminali passate o soggetti con precedenti penali possono influenzare la gestione aziendale. Nel caso in questione, il processo ha interessato un punto scommesse situato a Taranto, il cui titolare si è visto negare il rilascio di un’autorizzazione cruciale per la gestione delle attività di raccolta scommesse tramite apparecchiature Vlt.
Alla base di tale rigetto, come rilevato dal Tar, sta la “costante e abituale frequentazione” da parte del titolare con individui dotati di un passato criminale, includendo anche reati gravi. Sebbene il titolare non abbia di per sé una storia di condanne personali, la sua affidabilità ai fini della concessione della licenza di pubblica sicurezza è stata messa in discussione. Questa connessione con persone con precedenti rappresenta, secondo il tribunale, un serio motivo di preoccupazione che potrebbe influire negativamente sulla corretta conduzione dell’attività e compromettere la sicurezza pubblica.
La sentenza mette in rilievo come la frequentazione di soggetti con precedenti costituisca una base sufficiente per ritenere il richiedente non pienamente affidabile, potendo generare rischi considerevoli per l’ordine pubblico. Secondo il giudice, il diniego della licenza da parte della Questura di Taranto è non solo legittimo, ma è anche proporzionato in considerazione degli elementi concreti emersi durante l’istruttoria disposta dal Tribunale stesso.
L’istruttoria ha evidenziato una rete di contatti assidui con soggetti dotati di un rapido passato criminale, inclusi minori all’epoca dei fatti, che il Tribunale ha ritenuto elementi sufficienti a giustificare il divieto di concessione della licenza. Questa decisione giuridica non risponde unicamente alla necessità di regolamentare stricte le attività di scommesse, ma sottolinea anche un più ampio intento di protezione del tessuto sociale da influenze potenzialmente distruttive.
La situazione del titolare del punto scommesse si inserisce in un contesto più ampio di sorveglianza e controllo applicato dalle autorità pubbliche per prevenire fenomeni malavitosi che possono trovare terreno fertile in determinate attività economiche considerate ad alto rischio. Quest’ultimo episodio a Taranto fa riflettere su quanto sia fondamentale la trasparenza e l’integrità personale per chi opera in settori così delicati, dove il rischio di infiltrazione criminale è sempre presente.
Con questa sentenza, il Tar Puglia ha fatto eco a una necessità di rigore nell’esaminare le relazioni e gli scontri tra imprenditoria e criminalità, per assicurare che le licenze e autorizzazioni vengano conferite solo a coloro che rispettano effettivamente le norme socio-legali, ponendo attenzione massima alla prevenzione invece che alla reazione postuma.
In definitiva, il caso del titolare del punto scommesse di Taranto mette in chiaro il messaggio che qualsiasi gestione dubitativa o poco chiara nei confronti della legalità e della trasparenza può essere fermamente respinta in un’ottica di ordine pubblico, sicurezza e giustizia. La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia segna un passo decisivo e significativo nella lotta contro l’infiltrazione criminale in attività economiche specializzate.