La Malesia ha ufficialmente annunciato il successo di un ambizioso progetto: la Strategic AI Infrastructure, diventando così la prima nazione del Sud-Est Asiatico a vantare un ecosistema tecnologico di intelligenza artificiale completamente sovrano. Questo risultato è stato raggiunto malgrado le pressioni del Ministero del Commercio degli Stati Uniti che ha sconsigliato l'uso di acceleratori avanzati cinesi, come l'Huawei Ascend. Il progetto, infatti, si avvale proprio di queste tecnologie e del modello cinese DeepSeek – la cui implementazione oltre i confini della Cina avviene qui per la prima volta, secondo quanto riportato da TrendForce.
Secondo le fonti locali, il governo malese ha accolto con entusiasmo il lancio di questa nuova infrastruttura, descrivendola come una pietra miliare nello sviluppo dell'AI nel paese. Un portavoce del Ministero delle Comunicazioni della Malesia ha sottolineato che la localizzazione dei modelli AI come DeepSeek e il posizionamento dei server AI all'interno del territorio nazionale rafforzano il sovranismo digitale dello stato. Ora, la Malesia può contare su un'infrastruttura interamente domestica, dalla gestione dei server agli agenti AI, eliminando la dipendenza da cloud o data center stranieri.
La prima ecosistema AI sovrana generativa è gestita dalla Skyvast Cloud e opera su server AlterMatic DT250 equipaggiati con otto acceleratori Huawei Ascend. In collaborazione con l'azienda cinese Leadyo, si prevede l'installazione di 3.000 acceleratori ad alte prestazioni entro il 2026, distribuendoli in diverse aree della Malesia. Questa espansione è parte di una strategia più ampia per scalare il sistema nazionale di AI attraverso collaborazioni sia internazionali che locali.
Di notevole rilievo è il fatto che la Malesia abbia sostanzialmente ignorato le ammonizioni da parte del Ministero del Commercio statunitense, che ha evidenziato i potenziali rischi associati all'impiego di acceleratori cinesi e ha sconsigliato l'uso di chip AI americani nella formazione e nel mantenimento delle tecnologie AI cinesi. Le preoccupazioni degli USA riguardavano principalmente la presunta violazione di proprietà intellettuali di società statunitensi nell'ambito della tecnologia AI cinese.
Parallelamente, proprio in questi giorni, si parla di nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti contro produttori cinesi di memorie come CXMT e YMTC, insieme ad altri costruttori di chip. Questi sviluppi riflettono un clima di tensione, ma anche di forte dinamismo tecnologico nell'area dell'AI, con la Malesia che si pone come leader regionale puntando su un'autonomia tecnologica di ampio respiro.