Prima di procedere
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania, Sezione Ottava, ha emesso una sentenza significativa che conferma la sospensione per tre mesi dell'attività di raccolta scommesse gestita da una società a Torre Annunziata. Il caso ha suscitato notevole interesse pubblico a causa del contesto di legalità e sicurezza che lo circonda. La decisione del TAR arriva in seguito al ricorso presentato dall’amministratrice unica della società, la quale contestava la sospensione disposta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza nell’aprile 2022.
La controversia era sorta in seguito alla revoca della licenza concessa ai sensi dell’articolo 88 del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), motivata dal venir meno delle garanzie fondamentali di sicurezza e affidabilità, indispensabili per l'esercizio di un’attività ritenuta di estrema delicatezza. Le autorità di pubblica sicurezza avevano sollevato preoccupazioni circa la gestione effettiva del centro scommesse, che sarebbe stata affidata in modo occulto al genero dell’amministratrice, una persona privata dei requisiti necessari e con presunti legami con un clan camorristico locale.
Gli elementi che hanno portato alla sospensione della licenza includevano relazioni familiari ed economiche con persone coinvolte in indagini per reati di criminalità organizzata e corruzione. Ulteriori evidenze riguardavano irregolarità operative nell'amministrazione del centro scommesse. Nonostante la ricorrente avesse contestato la legittimità del provvedimento, il TAR ha stabilito che le autorità competenti avessero condotto un’istruttoria adeguata e approfondita. Le prove indiziarie sono state ritenute sufficienti per confermare un “alto grado di inaffidabilità” della gestione.
Particolarmente significative sono state le ammissioni della ricorrente nelle indagini penali, dove dichiarava di essere intestataria fittizia della licenza. Questo espediente le era stato richiesto per favorire il genero, senza che lei ricevesse compensi, azione che costituiva un tentativo di eludere le normative vigenti.
Il giudice ha sottolineato che, in materia di licenze di polizia, l'amministrazione ha il diritto di esercitare un'ampia discrezionalità nella valutazione della permanenza dei requisiti di affidabilità. Questa discrezionalità consente di basare decisioni su elementi indiziari, evitando di dover attendere l'esito di procedimenti penali. La sospensione della licenza per un periodo di tre mesi è stata considerata una misura proporzionata e necessaria per prevenire ulteriori abusi.
Oltre alla conferma della sospensione, la sentenza impone alla ricorrente il pagamento di 2.000 euro per le spese legali dell’amministrazione resistente. Questa decisione rimarca l'importanza del mantenimento della legalità e della trasparenza nelle attività commerciali, specialmente in settori delicati come quello delle scommesse, dove le implicazioni di sicurezza sono di importanza cruciale.
Nel contesto di una società che si batte costantemente contro la criminalità organizzata, casi simili dimostrano l'impegno delle autorità nel garantire che le operazioni commerciali non diventino una copertura per attività illegali. Gli standard di sicurezza e affidabilità devono essere prioritari per mantenere l'integrità del sistema e la protezione dei cittadini.
