Polverosi non risparmia le sue osservazioni critiche sulla situazione della Fiorentina, in un articolo per il Corriere dello Sport in cui sottolinea come la squadra sembri stare attraversando un periodo complicato. Sebbene la voglia di ribaltare le sorti sia evidente, mancano ancora molti elementi per garantire una performance efficace e convincentemente vincente. Questo è quanto emerge dal recente pareggio ottenuto in trasferta contro il Pisa, dove il divario tecnico teorico tra le squadre non si è concretizzato in campo.
La tensione e l’agonismo vissuti all’Arena Garibaldi hanno suggerito scenari da derby, con il Pisa che, contro ogni pronostico, è riuscito a misurarsi senza complessi di inferiorità. Eppure, la Fiorentina non riesce ancora a capitalizzare le sue qualità per trasformare le opportunità in concreta supremazia. I viola hanno avuto chance durante la partita, ma la classifica attuale comincia a destare preoccupazione tra i tifosi e ad agitare gli animi anche in seno alla società.
Il tecnico Alberto Gilardino, dal canto suo, puntava ad ottenere un risultato pieno, cercando disperatamente di consolidare la posizione della sua squadra in campionato. Tuttavia, è apparso un po’ più soddisfatto rispetto al suo collega ed ex allenatore Stefano Pioli, alla guida dei viola, il quale inseguiva non solo le vittorie sul campo, ma anche una solidità nel gioco e l’auspicato ritorno al gol, magari del giovane attaccante Moise Kean, il quale sembra ancora in cerca di conferme personali.
Un punto dolente, secondo Polverosi, è rappresentato dalla performance di Albert Gudmundsson. Il giocatore islandese appare ancora intrappolato in un ruolo che non sembra appartenergli, quello di un ordinario centrocampista che si limita a mantenere il possesso e servire palloni semplici ai compagni più vicini. La critica è chiara: Gudmundsson dovrebbe osare di più, magari cercando di mettere sotto pressione gli avversari con capacità da trequartista vero. La sua attitudine in campo, finora, non ha riflesso le aspettative degne di un numero dieci e si discosta da quanto mostrato durante la sua esperienza al Genoa.
Detto ciò, la Fiorentina si trova di fronte ad un bivio: non basta più avere solo buone intenzioni, senza concretezza e ripetitività nei risultati che da troppi turni sembrano sfuggirle. Le prospettive future necessitano di un cambio di passo sostanziale, ove il lavoro di squadra venga animato da guizzi individuali che facciano la differenza. Saranno le mosse di Pioli e dei vertici societari a deciderne il destino, in un campionato che non lascia spazio a esitazioni o incertezze per chi ambisce alle posizioni di vertice, come è nei progetti dei tifosi più appassionati della Fiorentina.