In un'intervista franca e schietta al Corriere dello Sport, l'allenatore della Roma, Gian Piero Gasperini, riflette sull'attuale primato della sua squadra in campionato, definendolo 'abbastanza casuale'. Sebbene la Roma occupi sorprendentemente la vetta della classifica, Gasperini frena facili entusiasmi affermando: "Non siamo da Champions. Il nostro primato è casuale ma rende onore ai ragazzi per quanto fatto finora".
Gasperini, noto per il suo approccio diretto e senza peli sulla lingua, sottolinea la decisione di unirsi alla Roma, spiegando quanto fosse affascinato dalla 'grande passione della piazza'. "Roma è un luogo dove la passione per il calcio è viscerale, forse più che in qualsiasi altra città italiana, inclusa Napoli. C'è una fame di calcio qui che è coinvolgente e motivante", aggiunge l'allenatore.
Riguardo alle recenti partite della nazionale italiana, Gasperini non risparmia una stoccata: "La Norvegia? Dovrebbe vincere 3-0 contro l’Italia, ma a hockey, non a calcio...". Un commento che riflette il suo tono spesso ironico e critico nei confronti del calcio nazionale.
Gasperini si concentra poi sul presente della sua squadra, dichiarando: "Purtroppo dobbiamo vivere di presente. Non siamo in condizioni di progettare a lungo termine, ma questo non toglie il merito del buon inizio stagione. Quindici punti nelle prime sei partite sono una buona dote, anche se ottenuti talvolta con un pizzico di fortuna. Ma abbiamo combattutto duramente, nessuno ci ha regalato nulla".
Il tecnico afferma che la Roma, nonostante il primato, non può ancora considerarsi una squadra da Champions League. Tuttavia, riconosce i margini di miglioramento dei suoi giocatori, auspicando che possano crescere ulteriormente con il tempo.
Gasperini affronta inoltre un tema delicato quando si parla di doping: "Chi suggerisce che l'Atalanta o qualsiasi squadra, inclusa la Roma, possano coinvolgere pratiche dopate offende l'integrità del nostro lavoro e le fondamenta dello sport stesso". Ribadisce il suo fermo impegno a rispettare le regole e la sua avversione per il gioco scorretto o le simulazioni in campo. Mentre la tecnologia, come il Var, lo lasciano perplesso, credendo che allontani il gioco dalla sua essenza naturale.
Alla luce di queste parole, è evidente che Gasperini sogna una Roma e un calcio italiano più consapevoli e appassionati, dove l'integrità e la determinazione portino a risultati concreti e meritati.