Giancarlo Inzaghi si definisce un "padre fortunato", anche se gran parte del merito va attribuito alla moglie Marina: "Tutto merito suo se Simone e Filippo sono come sono", afferma con orgoglio. I suoi figli, ça va sans dire, sono i due fratelli Inzaghi che hanno recentemente portato grandi soddisfazioni al mondo del calcio italiano: l'Inter in finale di Champions League e il Pisa in Serie A. Queste imprese rappresentano solo l'ultimo capitolo di carriere splendenti, sia come calciatori sia come allenatori, che continuano a regalare emozioni alla loro famiglia.
Intervistato da La Repubblica, Giancarlo racconta le emozioni intense che vive come padre, i riti scaramantici che pratica e le strategie per contenere la sua ansia. Con una certa ironia, descrive l'intensità delle partite, come quella tra Inter e Barcellona, che lo fanno ricorrere a Xanax e Minias per riuscire a dormire. "Come faccio poi a dormire? Con una pastiglietta di Xanax da 0,50: l’ho presa dopo Inter-Barça, ma poi ho dovuto aggiungere nove gocce di Minias", scherza.
L'orgoglio di un padre
Nonostante le ansie, l'orgoglio di Giancarlo è palpabile. Racconta di come Simone, il "Demone di Piacenza", e Filippo, noto come "SuperPippo", continuino a dargli soddisfazioni immense. "Mi fanno divertire da quando avevano 16 anni, e io oggi ne ho 77", osserva. Queste parole riflettono un profondo legame familiare coltivato attraverso il calcio. Giancarlo ricorda con emozione le prestazioni di Simone e la dedizione dei suoi giocatori durante la partita contro il Barcellona.
Il successo di Simone è descritto come "la rivincita dell'esperienza", una qualità che lo distingue come allenatore. "È empatico, e i suoi giocatori lo adorano anche quando gli grida dietro", dice Giancarlo. La sua reputazione è cresciuta con due finali di Champions in tre anni, attirando l’attenzione e l’ammirazione di molti nel panorama calcistico.
L'altro lato della medaglia: Filippo
Ma non di meno è il contributo di Filippo, che guida il Pisa con l'ambizione e la dedizione che anche Simone mostra. "Pippo? Lui allena il Pisa, senza offesa, mica l'Inter: dal 13° posto alla promozione in un anno", commenta Giancarlo, fiero del percorso del figlio maggiore. La descrizione delle loro carriere brillanti prosegue nel sottolineare la loro professionalità impeccabile e il rispetto mostrato, una qualità che li ha distinti fin dai loro esordi.
Giancarlo, simbolo di un padre orgoglioso e dedito, riflette anche su come i figli non abbiano mai dato motivo di polemica o controversia, né quando erano calciatori, né ora come allenatori. "Mai una polemica, mai una grana, mai una parola fuori posto. Così erano da calciatori, così sono da mister", continua, rimarcando il loro comportamento esemplare.
Un rituale familiare
Rituale, conforto e un po' di scaramanzia accompagnano Giancarlo Inzaghi durante le partite. Nonostante l'importanza degli eventi, egli preferisce seguire i match dal suo divano a San Nicolò, nella provincia di Piacenza, un ambiente che definisce il suo "portafortuna". Qui, lontano dalle luci della ribalta e dal clamore del calcio, può godersi, con un bicchiere di whisky e una sigaretta, i successi dei figli in tranquillità.
In conclusione, Giancarlo Inzaghi è un padre straordinariamente orgoglioso dei suoi figli. Il suo racconto mette in evidenza quanto i successi di Simone e Filippo siano il frutto di anni di sacrifici, dedizione e una passione per il calcio che ha permeato la loro vita fin dalla giovane età. Un esempio di come lo sport possa avvicinare e rafforzare i legami familiari.
Fonte: sportmediaset.mediaset.it