Il gioco d'azzardo è tornato sotto i riflettori nel dibattito politico di Pisa, suscitando una vivace discussione sulle misure da adottare per regolamentarlo. Dopo una recente audizione in commissione, che ha visto protagonisti l’assessore al Commercio, il Suap, e la Polizia Municipale, è emersa una realtà complessa e urgente da affrontare. I dati presentati hanno rivelato che il Suap comunale ha attualmente registrate 43 autorizzazioni attive per apparecchiature di gioco con vincite in denaro. È stato citato un solo caso di rifiuto per una nuova installazione nel 2024, causa irregolarità strutturali e di destinazione d'uso, sottolineando la necessità di una regolamentazione più stringente.
Nonostante questi numeri decisamente elevati, manca ancora una mappatura territoriale completa. Come ha evidenziato Paolo Martinelli, rappresentante della lista civica La Città delle Persone, l'assenza di un incrocio sistematico dei dati tra Suap, Camera di Commercio e Questura rappresenta un ostacolo significativo.
La Polizia Municipale ha intensificato i controlli, effettuando 54 ispezioni in negozi dotati di slot machine e videolottery. Queste ispezioni hanno portato a quattro segnalazioni formalizzate all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per irregolarità rilevate, tutte confermate al vaglio. Sono state comminate anche quattro sanzioni: due di queste per la presenza di minori, una per il superamento dei limiti di gioco consentiti e una per l'omessa esposizione delle informazioni riguardanti i rischi del gioco d'azzardo. Tuttavia, non esiste ancora una pianificazione specifica delle ispezioni che continua ad avvenire in concomitanza con altre normali attività di controllo.
Tra le lacune evidenziate da Martinelli vi è l'assenza di ordinanze che regolano l'orario di attività delle sale giochi e la carenza di dati aggiornati sul volume del giocato. Inoltre, mancano incentivi per i commercianti che decidono di rimuovere o non installare slot machine e non sono state lanciate campagne pubbliche con il logo 'no slot' volte a promuovere l'etica degli esercizi commerciali liberi dall'azzardo.
Le proposte per affrontare questo fenomeno globale e pericoloso si concentrano su tre filoni principali. Innanzitutto, si desidera attivare un sistema di monitoraggio autonomo grazie ai dati forniti dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Una mappatura completa delle postazioni di gioco permetterebbe di creare azioni mirate, mentre il terzo filone prevede la pianificazione di controlli specifici con cadenza regolare.
Nell'ottica della prevenzione, si suggerisce di concedere agevolazioni fiscali e riconoscimenti ai locali che scelgono di non installare apparecchi da gioco, favorendo così una cultura del consumo responsabile e etico.
Un aspetto critico sollevato è il 'no' secco alla proposta di compartecipazione dei Comuni al gettito fiscale derivante dal gioco d’azzardo, un'ipotesi considerata durante la Conferenza Stato-Regioni. Le critiche a questa proposta risiedono nel rischio di creare conflitti d’interesse, mettendo in pericolo l’indipendenza delle politiche locali di contrasto.
Come spiega Martinelli, l’obiettivo è rendere concreti questi intenti, traducendoli in azioni efficaci per affrontare quella che viene definita un'emergenza sociale. Questa questione, infatti, non si limita solo all'ambito economico ma abbraccia anche pesanti ripercussioni in termini di salute pubblica, dipendenze e benessere collettivo.