È calato il sipario sulla travagliata esperienza di Divock Origi al Milan. L'attaccante belga e il club rossonero hanno ufficialmente firmato la risoluzione del contratto che legava le parti fino a giugno 2026. Un epilogo ampiamente previsto, dopo che Origi non rientrava più nei piani tecnici della società di via Aldo Rossi da tempo.
L'avventura di Origi al Milan, iniziata nell'estate del 2022 a parametro zero dopo la scadenza del contratto con il Liverpool, si è rivelata un flop. Acquistato con l'obiettivo di rinforzare il reparto offensivo, il giocatore non è mai riuscito a incidere, complici una serie di infortuni e prestazioni al di sotto delle aspettative. In rossonero, Origi ha collezionato solamente due gol, realizzati contro Monza e Sassuolo a San Siro, senza lasciare tracce significative nel gioco della squadra. Dopo un prestito al Nottingham Forest, il giocatore era rientrato alla base senza trovare spazio nella rosa.
La risoluzione del contratto rappresenta un sospiro di sollievo per le casse del Milan, che si libera di un ingaggio pesante (circa 4 milioni di euro netti all'anno). Tuttavia, l'operazione lascia l'amaro in bocca per l'investimento fallito e per le modalità in cui è stata gestita la situazione. Da luglio 2022, il giocatore è costato circa 300.000 euro al mese. Nonostante fosse fuori dai progetti della prima squadra, Origi ha sempre rifiutato di essere aggregato a Milan Futuro, preferendo allenarsi individualmente con un preparatore atletico personale in Italia, pur restando formalmente tesserato con il club per ragioni fiscali.
La vicenda Origi rappresenta un errore di valutazione nella gestione del calciomercato rossonero. Un investimento sbagliato che ha pesato sul bilancio e che solleva interrogativi sulle strategie di reclutamento del club. Ora, con la risoluzione del contratto, si chiude definitivamente un capitolo negativo nella storia recente del Milan, che guarda avanti alla ricerca di nuovi rinforzi per il futuro.


