Il colosso dell'elettronica Apple è nuovamente al centro di polemiche per presunte violazioni dei diritti umani nella sua catena di approvvigionamento. L'organizzazione per i diritti umani IRAdvocates ha depositato una denuncia negli Stati Uniti, accusando Apple di utilizzare "minerali di conflitto" provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) e dal Ruanda, estratti sfruttando il lavoro minorile e altre forme di schiavitù.
La denuncia si basa su un rapporto dell'Università di Nottingham, pubblicato nel 2024, che identifica diversi fornitori di Apple che violano le norme etiche stabilite dall'azienda in materia di approvvigionamento di materie prime. In particolare, si fa riferimento all'utilizzo di cobalto, stagno, tantalio e tungsteno, minerali essenziali per la produzione di dispositivi elettronici, estratti in condizioni disumane.
IRAdvocates sostiene che Apple, pur dichiarando pubblicamente il suo impegno a evitare l'utilizzo di minerali provenienti da zone di conflitto e ottenuti attraverso pratiche illecite, continua a beneficiare indirettamente di queste attività. L'organizzazione accusa Apple di "ingannare i consumatori" e chiede un risarcimento per i costi legali sostenuti, oltre a un'ingiunzione che vieti all'azienda di perpetuare tali pratiche.
Non è la prima volta che Apple si trova ad affrontare accuse simili. Già all'inizio del 2024, IRAdvocates aveva intentato una causa contro Apple e altre aziende tecnologiche, contestando l'utilizzo di cobalto estratto in violazione dei diritti umani. Tuttavia, le accuse erano state respinte. Nel 2023, Apple aveva dovuto affrontare contestazioni simili in Francia e Belgio, spingendo l'azienda a rafforzare i controlli sui propri fornitori e a garantire che non acquistassero "minerali di conflitto" dalla RDC e dal Ruanda.
La questione dei "minerali di conflitto" è complessa e radicata in contesti geopolitici instabili. La RDC, in particolare, è ricca di risorse minerarie, ma la sua storia è segnata da conflitti armati e sfruttamento. Il controllo delle miniere è spesso nelle mani di gruppi armati che utilizzano il lavoro forzato, compreso quello minorile, per finanziare le proprie attività. Le aziende che operano nel settore dell'elettronica sono quindi chiamate a esercitare una maggiore responsabilità nella loro catena di approvvigionamento, garantendo che i minerali utilizzati nei loro prodotti non siano legati a violazioni dei diritti umani.
Apple ha dichiarato di prendere molto sul serio le accuse e di essere impegnata a garantire il rispetto dei diritti umani in tutta la sua catena di approvvigionamento. L'azienda afferma di aver implementato rigorosi standard di controllo e di effettuare audit regolari presso i propri fornitori. Tuttavia, le nuove accuse sollevano dubbi sull'efficacia di tali misure e sulla reale trasparenza della filiera produttiva di Apple. La vicenda rischia di danneggiare la reputazione dell'azienda e di sollevare interrogativi sull'etica delle pratiche commerciali nel settore dell'elettronica.
Prima di procedere


